Citazione:
Originalmente inviato da brucomela Ciao!
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Per il problema del materiale delle ordinate risolverò con la soluzione da te consigliata...ed eventualmente potrei provare a resinare l'interno in maniera più accurata. |
Qui dalle nostre parti ne abbiamo vista una di Beaufort 60. Nel senso che l'ho rimessa assieme per uno del gruppo e gliela ho "resinata" tutta, interno solo resina ed esterno (con fibra da 27 g/m2) la prima volta che ha messo male il nastro...
Il problema è che oltre a bagnarsi è gonfiata tutta, non tanto le ordinate quanto il fasciame del guscio.
L'interno non era assolutamente impermeabilizzato.
Converrebbe, prima che entri dell'acqua (e prima o poi capita a ogni barca
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) impermeabilizzarla.
Ci sono vari metodi: il primo e più efficace è di prepare una trentina di grammi di resina epoxi fluida, diluirla bene con alcool metilico e poi, dopo aver tolto tutto dall'interno, versarla dentro e farla arrivare dappertutto scuotendo per bene (tipo shaker da coctail). poi al limite si assorbe con carta (scottex) l'eccesso.
Altro sistema è di prendere del flatting poliuretanico e fare il medesimo trattamento suddetto.
Sconsiglio l'uso di impregnate e vernici nitro che sono aggressive e potrebbero danneggiare le parti in plastica-policarbonato all'interno o la vernice all'esterno (se ci arriva per capillarità).
Sulla bontà della barca avrei qualche dubbio.
La deriva è in materiale plastico pesantino e non molto rigido, il bulbo è di ottone (e non piombo) e il momento raddrizzante...
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non proprio il massimo. L'alluminio dell'attrezzatura è tutto tranne che duralluminio.
Il centraggio da "scatola" è troppo arretrato, in compenso le vele hanno una forma decente.
Dato che la barca è pesantina conviene equipaggiarla con roba leggera: batterie da non più di 50 grammi, microricevente, microservo per il timone e mini per la randa.
Comunque nelle nostre regatine, a parità di messa a punto, non è mai riuscita stare vicina alla Seadolphin della Kyosho, soprattutto appena arrivava un po' d'aria.
Globalmente i circa max 20 euro di differenza all'acquisto si sentono pesantemente. L'esperimento, dopo la prima, non è stato più ripetuto.
Poi il gruppo è evoluto e ci siamo dilettati con le "Micro": sono modelli di lunghezza max 80 cm. I Micro possono avere al massimo 30 dm2 di vele. La classe è derivata da quella che a Torino veniva chiamata 1/2 M e che in origine era limitata solo nella lunghezza dello scafo che non doveva eccedere i 65 cm, tutto il resto era libero.
Sono dei giocattolini che si costruiscono in un paio di settimane e che pesano meno di 1300 grammi di cui 800 sono il piombo.
In zero vento viaggiano più di una IOM e con 12 nodi volano.
La costruzione è riservata a chi ha già un minimo di malizia, ma le soddisfazioni e il divertimento sono incomparabili con una spesa in materiali grezzi di meno di 100 euro (anche se c'è qualcuno che ne ha spesi di più...).
Saluti
Claudio Vigada