Timone
Ciao Crono.
Il fatto di "non sentire il timone" non credo che dipenda dal tipo di imbarcazione (anzi sono sicuro) ma dal fattore di scala. E' un discorso fisico basilare che riguarda tutti i modelli in scala.
Quando si riproducono navi esistenti la scala è riferita a misure lineari (come lunghezze, larghezze e altezze) mentre le superfici vengono ridotte al quadrato.
Se sulla nave vera la superfice delle vele, del timone e di tante altre parti influenti sono efficaci, sul modello non sarà così o lo saranno molto di meno. Tanto la riduzione in scala è elevata tanto pù il fattore di scala influirà.
Se vuoi provare a fare due calcoli ti renderai conto che è proprio così.
Prova a ridurre una superfice velica o un volume immerso.
Ho visto che tutti i modellisti che riproducono alla perfezione galeoni e vascelli, quando vogliono farli navigare, devono aggiungere delle "protesi" (di solito in materiale plastico o similare trasparente) ai timoni originali. Queste "protesi" di fatto creano timoni con superfici molto più estese (almeno una ventina di volte ma anche di più). I timoni originali non avrebbero alcun effetto.
Questo problema (cioè il fattore di scala) si ripercuote anche (anzi di più) sui volumi. Il volume immerso viene scalato addirittura al cubo.
Questo comporta tutta una serie di problemi fra cui la stabilità laterale. Problema che viene risolto quasi sempre con l'aggiunta di pinne a bulbo sotto lo scafo. Sono estremamente antiestetiche secondo me, ma chi fa gaeloni e vascelli RC è costretto a metterle (salvo poi rimuoverle, per fortuna, in esposizione statica).
La pinna a bulbo, portando il peso in basso, riesce ad abbassare il baricentro quel tanto che basta per avere una certa stabilità laterale. Si potrebbe ottenere lo stesso risultato senza pinna a bulbo ma la zavorra (essendo più in alto perchè contentuta nella stiva o quantomeno nella sagoma dello scafo) dovrebbe essere molta di più (cioè molto più peso).
E qui viene il problema del fattore di scala per i volumi. L'aumento di peso, per garantire un sufficiente abbassamento del baricentro, supererebbe quello che è il massimo possibile consentito dal volume immerso (perchè ridotto al cubo).
Ricordiamoci che è il volume immerso che costituisce la spinta di galleggiamento.
Quelli della Robbe Valdivia hanno risolto il problema in maniera brillante, hanno barato un pò ma nessuno se ne accorge e hanno evitato la pinna a bulbo.
Io non ho dovuto barare perchè il progetto l'ho fatto io e non ho riprodotto in scala un modello esistente (come il caso della Valdivia appunto).
Se avessi riprodotto la Valdivia in scala rispettando perfettamente tutte le misure, con ogni probabilità, il modello si sarebbe ribaltato.
Comunque con i modelli più recenti è più facile rispetto ai galeoni e ai vascelli (o comunque tutte le navi dal 1500 al 1800 grosso modo).
Per quanto riguarda il colpo di motore hai ragione.
Cambia tutto se sul timone scorre velocemente il fluido (tanto più se è un profilo biconvesso come il mio).
Quindi per favorire l'azione di timoni non sovradimensionati o si manda il modello RC veloce oppure si attiva l'elica che muove l'acqua più velocemente sul timone.
Con elica in azione il mio modello gira anche da fermo e fa virate relativamente strette.
Per sapere se ad una certa velocità il mio timone è efficace, anche senza azionamento dell'elica, devo fare delle prove.
Dunque o aspetto una giornata con vento buon vento oppure spingo manualmente il modello da riva verso il largo con tutta la forza e poi aziono il timone (senza attivare l'elica) spostando immediatamente dopo la barra tutta a destra o tutta a sinistra. Se non vira così, è presumibile che non lo farà mai senza attivare l'elica.
Se lo farà posso capire empiricamente (man mano riducendo la spinta) a che velocità il mio modello riuscirà a virare con il solo abrivio dato dalla propulsione a vela, senza ausilio del motore.
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