E' la conferma di quanto supponevo ma non ne avevo conferma.
Ma a questo punto, supposto che troviamo un accordo sulla influenza dei piani di coda, per cui abbiamo trovato il punto neutro, rimane il problema del margine di stabilità.
Ovvero: Diminuiamo le superfici sabilizzanti, il punto neutro avanza e noi avanziamo il baricentro per mantenere quel margine di stabilità che ci siamo prefissi.
A questo punto perchè andare ad aumentare la superficie dello stabilizzatore che è tutta resistenza. Abbassiamo il K, avanza il PN e noi avanziamo il CG come fa LUI. Che cosa Cambia?
Citazione:
Originalmente inviato da mattafla Il rapporto volumetrico di coda (K) caratterizza la stabilità longitudinale di un certo modello.
Il K non cambia se il modello ha un timone a V, oppure un piano orizzontale convenzionale classico, purché con superfici di pari efficacia.
E' la superficie della V equivalente a quella del piano orizzontale, cioè la famosa Sc * cos^2 (diedro di coda δ), che determina il valore di K, nel caso di un modello a V.
Allego la pag. 14 dell'Analisi con XFLR5, dove K = TV (tail volume) e Sc = Area Elev.
In virata, oltre al K, subentra il concetto di rapporto volumetrico dell'impennaggio verticale.
Nel caso dei modelli con coda a V tale rapporto contiene Sc * sen^2 (diedro di coda δ), oltre ai dati influenzanti la stabilità direzionale...
Il concetto dell'impennaggio verticale però ci porterebbe lontano, mentre preferirei rimanere nel trend della stabilità solo longitudinale. |