Citazione:
Originalmente inviato da staudacher300 Con buona pace dell'antico detto (sbagliato) "modello picchiato modello salvato".
Comunque sia possiamo vedere il bicchiere mezzo pieno a mio avviso. |
Grazie Stau.
In questi giorni sto rimaneggiando i vari disegni che avevo fatto per il defunto Lippisch P.13a.
Immagino che interessi a nessuno, comunque descrivo la procedura di lavoro (per chi odia l'inglese, Workflow
), che uso per realizzare i miei modelli.
Non essendo in grado di usare programmi 3D come Rhinoceros, Inventor, eccetera, quando progetto un modello, inizio facendo vari disegni 2D con Adobe Illustrator che conosco bene.
Il passo successivo è l'inserimento delle misure e dei disegni di AI in DevWing e/o DevFus.
Questi due programmi in generale funzionano bene e costano poco.
Purtroppo il grande problema è che la fusoliera, l'ala, la deriva e i piani di coda vanno progettati in file diversi ed è impossibile vedere e modificare il modello nel suo insieme.
Se poi pensate ai modelli che di solito realizza il sottoscritto (oggetti dalle forme poco tradizionali...), è logico che DevWing e DevFus hanno dei limiti.
Avevo provato a seguire alcuni corsi on-line di disegno 3D ma ho scoperto che realizzare cilindri, cubi, sfere e piramidi a me interessa un bel niente.
Per disegnare un aeromodello completo in 3D dovrei studiare ed esercitarmi per centinaia di ore...e per questo ho "buttato dentro" con i programmi 3D.
L'ultimo passo del lavoro di progettazione è l'esportazione dei file DXF da DevWing e/o DevFus e l'importazione in AI per poi fare quelle modifiche che i due programmi non permettono.
Poi stampo su carta i pezzi più grandi, li incollo sul legno o sul Depron e poi li taglio con il cutter.
Per i pezzi più piccoli chiedo aiuto a Fausto o Luigi che hanno varie frese a laser e non.
Tutta la procedura è complessa ma bene o male mi permette di ottenere dei modelli decenti.
Tornando al Lippisch P.13a, l'idea di rifare un modello uguale a quello di prima, è accantonata.
Anzitutto perché un modello più grande volerebbe sicuramente meglio.
Ma a parte le dimensioni, un aspetto del P.13a che mi ha sempre convinto poco è il lungo tubo di scarico della ventola. Non tanto per la perdita di spinta che comunque è del 10% circa, ma perché il condotto di scarico riduce la resistenza dell'ala proprio nel punto più critico e cioè nella mezzeria. Infatti, per dare una certa robustezza in questo punto, avevo tribolato parecchio aggiungendo ordinate e rinforzi in balsa e/o tessuto di vetro.
Perciò, qualora volessi rifare il Lippisch P.13a, eviterò di mettere la ventola nella mezzeria del profilo alare.
Per la motorizzazione la soluzione più economica sarebbe una semplice elica spingente in coda ma il decollo con il dolly diventerebbe quasi impossibile e il lancio a mano....molto rischioso per le dita del povero incaricato.
Ho anche a disposizione due nuove ventole da 40 mm. che forniscono una spinta di 600 grammi e che potrebbero essere montate sull'ala, ai lati della deriva.
Una terza opzione consiste nell'utilizzare una sola ventola da 60 mm (ho pure questa...) che dovrebbe fornire circa 1.200 grammi di spinta. In questo caso si tratterebbe di mettere la ventola e il condotto di scarico alla base della deriva; un lavoro molto complesso ma che permetterebbe di avere un tubo di scarico più corto.
Quarta ipotesi: aggiungere una sorta di fusoliera centrale (v. Flying Boot/Scarpone volante), eliminare la grande deriva centrale e installare due derive più piccole sulle ali (v. Arado E.555). La ventola da 60 mm. verrebbe montata nell'asse della pianta alare e parzialmente annegata nel profilo della fusoliera centrale.
Al momento non ho ancora deciso se e come rifare il P.13a ma se nei prossimi mesi avrò meno impegni potrei riprendere il calvario.
Ciao!
Ettore