Durante tutto il mese di febbraio ho lavorato quasi giornalmente sul Flying Boot (per precisione si tratta di 64 ore) e al momento ho raggiunto il “punto di saturazione”. Perciò questo è l’ultimo modello che costruirò partendo da zero.
Scavare i pozzetti dei servi, mettere le cerniere, creare i rinvii e verificare le squadrette in vetronite è stato abbastanza semplice ma la fase più stressante è stata la fibratura dei sei pannelli alari e delle superfici mobili.
Prima di applicare resina e tessuto è indispensabile eliminare tutti i graffi e i piccoli danni che subisce l’estruso durante il lavoro e per fare questo bisogna usare stucco leggero e carta abrasiva fine.
L’applicazione del tessuto di vetro da 49 g./mq. viene fatta con resina epoxy da 240 minuti (bastano 1,5 grammi per dmq), distribuita con una vecchia carta di credito. Un trucchetto interessante consiste nell’usare del nylon trasparente (non pellicola Domopak perché questa crea delle brutte grinze) applicato sul tessuto di vetro appena resinato, cercando di eliminare ogni bolla d’aria. Dopo circa 24 ore, togliendo il nylon, si otterrà una superficie perfettamente liscia e lucida.
Ho poi trovato un fondo spray bianco per polistirolo che, applicato sulla fibratura, permette di preparare la superficie dei vari pezzi per la verniciatura finale.
Appena la temperatura salirà inizierò la verniciatura delle varie parti; ho in mente una colorazione in giallo e rosso che ricorda uno degli idrovolanti più conosciuti, il famigerato Canadair CL-215.
Negli ultimi giorni ho terminato la deriva, sempre tagliata con filo a caldo dall’amico Adelio.
Nella parte inferiore della prima foto si vede la centina di base alla quale sono avvitati due tondini in legno, indispensabili per aumentare la superficie di incollaggio e rendere più robusto tutto il pezzo che verrà fissato al pianale centrale con 4 dadi a griffa.
La mia speranza è che il direzionale, investito dall’aria della ventola, riesca a far girare il modello in acqua. Diversamente si renderà necessaria una pinna immersa….che mi auguro di non dover aggiungere.
Alla prossima.
ettore