il "DASSEL" ed il "PFEIL P731"
Così, LEOPOLDO RIZZI, scriveva dei due modelli su MODELLISTICA nel 1982:
"Questi modelli sono stati concepiti da un team altamente qualificato per conoscenze aerodinamiche ed esperienze aeromodellistiche che si è servito moltissimo dell'elaboratore elettronico e della collaborazione esterna de Professor Eppler.
Il Dassel è frutto di una ricerca volta a creare un modello estremamente semplice nell'aerodinamica e nella costruzione (l'apertura alare è ridotta, le piante alari sono rettangolari, il braccio di leva contenuto), adatto al volo in pendio ed a quello acrobatico, con la massimizzazione delle prestazioni per queste condizioni di volo. Si è poi dimostrato valido per le prove di F3B da poter vincere nel 1980 il Campionato del Mondo, ma questo solamente: 1) per l'altissima precisione dell'esecuzione dell'ala, dei raccordi alari, dell'estremità alari, delle sezioni di fusoliera, ecc. Con il risultato di ottenere elevatissime prestazioni aerodinamiche altrimenti irraggiungibili; 2) per l'enorme esperienza di volo in squadra e non di ogni componente del gruppo austriaco.
Queste due condizioni hanno talmente avvantaggiato il Dassel ed i suoi piloti da superare modelli per l'F3B ed i loro piloti, ma non soddisfatte in egual proporzione le due condizioni sopracitate.
Il Pfeil è nato esclusivamente per conquistare il record mondiale di velocità dimostrando però, come è sempre stato per il Dassel, valide doti anche in condizioni di volo per le quali non era stato concepito, come per es. nell'acrobazia, nel volo in termica, nell'efficienza (si dice circa 40!? fra i componenti dell'AME).
Il merito di questi risultati è ancora una volta dell'accuratissima esecuzione. Dei due modelli dell'AME si hanno pochissimi dati, la segretezza è stata sempre una caratteristica del gruppo; e veri trittici, per quanto ne sappia, non ne sono mai stati pubblicati. Quanto mi è stato possibile raccogliere direttamente presso l'AME è riportato in questo articolo. Ad ogni modo i due modelli dell'AME hanno aperto una nuova era, soprattutto per l'aliante da competizione. Anche se da più parti si fa notare che un modellismo così esasperato, sofisticato, ma soprattutto costoso (oltre 50 milioni è il solo costo di sviluppo per un modello) non può più essere considerato vero modellismo, almeno nel senso tradizionale.
Ciò non toglie nulla al merito dell'AME che ha saputo indicarci come con una metodologia scientifica applicata parimenti alla teoria, come alla pratica esecuzione tecnologica si ottengono modelli ad altissime prestazioni. A sintesi e coronamento a tanti anni di valido impegno l'AME lascia due meravigliosi modelli e rimarranno non solo il simbolo di un certo tipo di modellismo, ma anche due stelle di primario riferimento per il loro splendore nel vario ed affascinante firmamento modellistico."
LEOPOLDO RIZZI.
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