Citazione:
Originalmente inviato da riant A parte due piccolissime rifiniture (che farò in caso di voli soddisfacenti), il lavoretto è terminato. Non resta che attendere il buon tempo e provare.
Tanto per puntualizzare, il modello è stato scalato al 200%.
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Ne feci due negli anni '50. Il primo ereditava la fusoliera quadra di un "65" e l'elica bipala in balsa e a scatto libero con quattro alette anticoppia centinate.
Tante carambole nelle piccole salite in base a come prendeva l'aria. Lo ruppi con la matassa cercando con più elastico di farlo salire di più.
Ne feci un secondo con la fusoliera fatta a strisce di balsa da 0,80 avvolte incrociate a elica su un manico di scopa e carta oleata, 3 0 4 strati di balsa, ovvio non ricordo tutto.
Invece delle alette centinate le pinne antirotazione erano in due metà sempre in balsa da 0,80 su un quadro di pioppo o tiglio 4x4, corda 50/60 mm rastremate solo sul lato di uscita .Erano ciascuna da 30cm il che dava 60 cm all'autorotazione mentre il diametro dell'elica era circa 30c cm. e penso questo fosse un parametro importante
La salita di 30/40 metri era buona ma la discesa, meglio caduta, casuale, dondolo, rovesciamento ecc. Però prima di abbandonare l'esperimento aggiunsi un filo di nylon in coda e un pallino da pesca da 3 o 5 gr , certo non di più. Ininfluente in salita rendeva la veloce discesa esteticamente decente.
Non dimentichiamo però che Giulio Pelegi il grande Genovese dai modelli rossi , stabilì dei record mondiali FAI , mi pare sotto la voce elicotteri in quegli anni ormai lontanissimi.
Ancora Buon 2018 e saluti.
Piero Muzio FAI 241