Citazione:
Originalmente inviato da eupon ..sì in effetti hai ragione, ancora non sappiamo di cosa si sta parlando |
Bho...
Più che fare esperimenti, basta fare 2 conti dei momenti raddrizzanti risultanti per vedere cosa può succedere.
Facendo l'ipotesi di 1 kg di acqua messo in una cassa di zavorra nel punto di max larghezza dello scafo (18 cm di larghezza) e supponendo che la cassa sia spessa 4 cm per 8 di altezza ne risulta una lunghezza di 32 cm circa.
Nella migliore delle ipotesi il braccio di leva a barca orizzontale sarebbe (18/2)-2 (semilarghezza cassa) cioè 7 cm.
Con 30 gradi di sbandamento della barca che sono presumibili con un po' di vento abbiamo solo più a disposizione 7*cos30 = 6 cm
momento risultante in kg cm = 6Kg*cm
un bulbo di 3 kg di un classe M che ha circa 65 cm di pescaggio con 30 gradi di sbandamento dà un momento di 3kg * 65sin30= 97,5 kg * cm
Quindi, supponendo un peso di circa 4 kg, appesantiamo la barca del 25% per guadagnare il 5% di momento raddrizzante, ergo... va solo peggio in tutti i casi.
Se fosse larga 40 cm, cosa poco probabile e molto poco utile su un modello lungo 1,25 metri che comporterebbe altri problemi non da poco, risulterebbe un braccio di leva di (40/2 -2): 18
Il braccio effettivo di 18* cos30 = 15,6 cm
momento risultante in kg cm = 15,6Kg*cm.
In questo caso appesantiamo il modello di 1 kg (+25%) per guadagnare il 16 % di momento raddrizzante... ergo anche qui il guadagno è dubbio, cioè il sistema è in perdita secca come rapporto peso totale /momento raddrizzante perchè in kg aggiunto al bulbo farebbe molto di più.
Se a questo aggiungiamo la complicazione del sistema, la necessità di poter virare in pochi secondi, il peso del sistema con casse di zavorra, pompe etc, che si può ottimisticamente stimare in almeno 250-300 grammi il rapporto peggiora ulteriormente.
In teoria e anche in pratica, l'effetto scala e la deriva lunga dei modelli rendono inopportuno l'uso delle casse di zavorra nei nostri barchini per migliorarne le performance.