29 maggio 16, 19:45
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Data registr.: 25-06-2012 Residenza: garlasco
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Originalmente inviato da m.rik Ciao, mi riaggancio a questo vecchio thread solo perché riordinando ho ritrovato una vecchia foto di più di 40 anni fa quando ero molto più giovane e mi sono tornati in mente quei tempi lontani.
Probabilmente a molti di voi la cosa non interessa minimamente ma mi fa molta nostalgia (soprattutto per quei lontani anni 70, in cui io ne avevo venti e a cui non posso più tornare).
Dalla foto rivedo le pale in legno e ricordo che ci volevano giornate intere per realizzarle, incollarle (il tipo di legno usato per il bordo d'ingresso e quello per il bordo d'uscita erano diversi), per bilanciarle (micro pallini di piombo da inserire in fori fatti a seconda delle misurazioni effettuate) e poi verniciarle con il tura pori e infine ricoprirle.
Dopo ore e ore di lavoro ci voleva un attimo per romperle !!!!
Altra cosa che vedo dalla foto è la forma delle trasmittenti, tutte realizzate con due fogli d'alluminio piegati a "U" per comporre delle scatole squadrate. Ovviamente le trasmittenti digitali non erano ancora state inventate, erano puramente analogiche. Il CCPM 120°/135°/140° non esisteva ancora e il mixing del piatto era realizzato meccanicamente (si intravedono i tre servi nella parte anteriore del cockpit). Anche il mix tra gas e collettivo era meccanico. Se non ricordo male, essendo le trasmittenti analogiche ad ogni volo bisognava correggere i trim del piatto perché ogni volta i valori del center stick si spostavano.
Dalla foto non si può capire, ma non esistevano ancora i giroscopi di coda e il trimmaggio della coda era la prima cosa che si faceva ad ogni decollo.
A quei tempi il volo acrobatico era impensabile, figuriamoci il 3D. Era già un successo quando si riusciva a portare in hovering il modello e fare qualche percorso avanti e indietro. Fare percorsi a otto era già una cosa strepitosa. Atterrare col modello ancora tutto intero una grossa soddisfazione.
Gli scarichi erano rumorosissimi!!! La puzza di olio di ricino restava nei vestiti per giorni e giorni.
Le trasmissioni di coda erano ottenute mediante ingranaggi conici tra corpo e coda con tra di loro un asta di acciaio armonico fatta passare all'interno di un tubetto d'ottone lungo tutto il trave di coda e riempito di grasso per abbattere la temperatura del tubetto a causa dello sfregamento interno. Spesso l'asta d'acciaio armonico si spezzava e si perdeva il controllo di coda. Oppure l grani di fissaggio slittavano con lo stesso risultato. Le vibrazioni che si generavano erano incredibili!!!! Dopo ogni volo bisognava ricontrollare tutti i serraggi, viti e bulloncini. Capitava spesso di scoprire che in volo ne era sparita qualcuna. I grani soprattutto (La qualità delle chiavi esagonali in quei tempi era scarsissima come era altrettanto difficilissimo trovarne, spesso i grani e le viti erano a taglio e si spannavano una volta su due)
Nessuno a quei tempi pensava che negli anni successivi sarebbero stati realizzati modelli con motorizzazione elettrica. Le liPo non esistevano ancora, c'erano le NiCd e non mi sembra che ci fossero ancora le NiMh.
Nessuno a quei tempi pensava che si sarebbero realizzati modelli con motorizzazione elettrica.
Essendo le trasmittenti analogiche e non esistendo neanche i giroscopi di coda, di centraline flybarless non si poteva immaginare una futura esistenza.
Ovviamente non esistevano neanche i governor per mantenere costanti i giri dei nostri motori a scoppio e quindi la velocità di reazione del rotore continuava a variare durante il volo.
Per i motori a scoppio non esistevano versioni con cline, pompe etc.
Era proprio difficile a quei tempi ma quando si riportava a terra il modello intero si era veramente soddisfatti.
A ripensarci, 40 anni non sono poi così tanti eppure le differenze tra i modelli di allora e quelli odierni sono astronomiche. C'è stata un evoluzione tecnica in questi 40 anni straordinaria. | ho letto le parole e ammirato la foto.la tua è una grande dichiarazione d''amore.
mi hai commosso davvero!!
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esperienza è il nome che diamo ai nostri sbagli
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