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Originalmente inviato da staudacher300 ...
L'unica vera distinzione che penso che si possa proporre é tra chi é appassionato di volo e chi considera il volo come il supporto della macchina fotografica, questo si, e non é differenza di poco conto.
Tutto il resto credo lo si possa considerare naif, chiamiamola goliardia per non dargli un altro nome. |
Purtuttavia nella storia del volo un fortissimo impulso è stato dato dai militari, che considerano da sempre il volo come modo-per-accoppare-stando-lontani, o supporto per macchine fotografiche ed altri aggeggi tele-visivi anche più sofisticati. Quindi volatori "puri" restano solo il Piccolo Principe e il gabbiano Jonathan Livingstone. Il FORTISSIMO supporto all'aeromodellismo dato dal fascismo era nell'ottica di allevare PILOTI DA GUERRA, non amanti del vento tra i capelli.
Le macchine fotografiche in aria ci sono da sempre. Ricordo l'Instamatic sull' aliante nelle gare di volo a vela...
Da un punto di vista puramente "filologico" è quindi più vicino (numericamente) alla storia del volo "vero" chi fa ricognizione aerea, o trasporto, o combattimento. Eventualmente chi fa gare. Ma lo "svolazzo per diletto" è cosa relativamente recente.
Il problema è
non volare dove si possono fare danni, poi cosa c'hai attaccato sotto, sopra o intorno all'aggeggio volante è relativamente ininfluente. Non è comunque un problema etico o di "degnità", stante l'assoluta valenza LUDICA del modellismo - produttori a parte, ovvio.
Mi sembra di capire, invece, che qui le guerre sono tra associazioni di druidi di religioni diverse, uniti (a volte) dal comune "braccino cortissimo" verso le quote associative di qualunque tipo. Non ci sono neppure dei numeri, ad esempio, quanti parabrezza/ tetti/ cofani di auto danneggiati, in totale e percentualmente, da aeromodelli ad ala fissa o ad ala rotante? I giornali parlano solo di ALCUNI possibili near-miss focalizzandosi sui multicotteri o presunti tali perchè ADESSO fanno titolo, ma le assicurazioni dovrebbero avere dati oggettivi. Si potrebbero conoscere? Sennò continuiamo a tagliarci la gola a vicenda sulla base "mi pare" "è buono e giusto" " me l'ha detto il cugggino". L'assicurazione paga (e fa pagare i premi) sulla base dei buchi effettivamente scavati, non fa differenze se quello che ti è entrato in macchina è un Phantom con le lucine o un Minimoa in legno di pero come li costruiva il nonno. In un confronto politico-normativo sarebbe il più valido argomento di discussione. Quanta gente VOLA (a prescindere), quanti cascano, quanti fanno danni.
Sulla sicurezza "intrinseca" poi non raccontiamocela.
Le missioni di recupero per alianti "fuori radio" arrivati da soli su cascine lontane le ho fatte anch'io, solo che non si chiamavano "fly-away".
E prima di "terminare" per emergenza il volo di un "ala fissa" da centinaia di euro spetasciandolo su un bosco dirupato credo che il proprietario ci pensi sopra esattamente come il multicotterista.
Lo sappiamo qui, lo sanno allAeCI, alla FIAM e all' ENAC. E lo sanno da sempre i pastori e i contadini dei terreni sorvolati, che infatti non hanno mai visto di buon occhio l'aeromodellismo "tradizionale" salvo quand'era il momento di farsi pagare l'affitto del terreno (o i danni).