Citazione:
Originalmente inviato da ElNonino A mio modo di vedere per creare un netto distinguo fra l'utilizzo dei 'droni' aeromodellistico e professionale l' ENAC avrebbe dovuto puntare sui mezzi prima che sui brevetti.
Per impieghi professionali, anche non critici, imporrei che il velivolo deve essere certificato (non autocertificato) e rispondere a norme bene precise ed assai toste (ridondanza, batterie protette antifiamma, telemetrie affidabili, frequenze e potenze rispettose del PNRF etc.), le norme di omologazione che coprono i singoli componenti già esistono, basterebbe fare un copia-incolla e riunirle in un unica "direttiva SAPR".
Certo un mezzo così costerebbe svariate decine di migliaia di euro ma se un geometra, geologo, fotografo investono 100.000 in altri strumenti di lavoro e credono veramente che un drone possa accrescere il loro giro d'affari potrebbero affrontare l'esborso.
Così operando si eliminerebbero tutti i cantinari e si darebbe la possibilità a qualche azienda nazionale (anche piccola, tipo VR) di operare bene senza la concorrenza delle cineserie.
I modellisti potrebbero continuare a volare nei campi o nelle zone stabilite senza problemi di sorta e con i vari DJI.
In fin dei conti un ricetrasmettitore aeronautico serio (Dittel, Storno, King ma anche Icom) è ben diverso da un Baofeng sia nel prezzo che nell'affidabilità, finitura e prestazioni. |
Come non quotare questo post!
Vuoi lavorare, bene lo puoi fare con mezzi che hanno queste caratteristiche, tutto il resto è modellini e sono inutilizzabili. Fine della storia, voli col phantom o simili per lavoro: multa e ti vendi casa per pagarla; voli col mezzo omologato ( da un ente però, non con auto dichiarazione) bravo continua a lavorare.
Ma siccome costano troppo, e gli interessi di far soldi sono tanti, via col bordello di regolamento.
Per chi non l'avesse ancora capito, alla base di tutto l'ambaradam ci sono sempre e solo i soldi, tutto viene dopo, ma moooooooooooolto dopo.
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