17 dicembre 14, 21:43
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Originalmente inviato da Ehstìkatzi Dino Pelizza che assieme a Nunzio Pompele ha inventato la formula di gara che ora porta il suo nome era un architetto ed è prematuramente scomparso un bel po' di anni fa.
Era un costruttore squisito, faceva Wakefield, ed era un cultore delle cose belle.
Un suo Ka6 di grande fattura e perfettamente riprodotto vola ancora oggi nelle mani di Riccardo Borg a Roma.
Detto questo veniamo a noi.
E' evidente che la definizione "semiriproduzione" era stata introdotta per allargare la possibilità di partecipazione alla pletora di modelli che volano in giro portandosi dietro il nome di alianti veri, nessuno, almeno a mia conoscenza, ha mai sindacato sulla presenza di alianti tipo quel Discus che faceva Graupner, per esempio, che dell'aereo aveva solo il nome ed una vaga somiglianza nella pianta alare.
Questo non vuol dire però che partendo da una fusoliera acquistata si possano fare ali su quella falsariga.
Quindi sarei del parere che una buona somiglianza ci deve essere.
L'apertura alare ed il peso erano state introdotte, molto giustamente a mio parere, per avere: uno
modelli di simili prestazioni ed aspetto,
due
per non richiedere la presenza di trainatori speciali ( stiamo parlando di una formula nata quando già un 20 c.c. era una grossa cilindrata ).
Le gare possono essere più o meno agonistiche e la Pelizza è assimilabile ad un raduno di traino ed il pilota gareggia solo contro se stesso durante il volo e sceglie di volare quando gli pare, la graduatoria è un di più per quasi tutti i partecipanti, ma qualcuno viene per far vedere che l'ha più lungo o grosso o duro ed allora un minimo di attenzione al fatto che nessuno porti il Viagra ci vuole. | PERFETTO
Nota personale. Quel Ka6 mi fulminò. Splendido e portato divinamente mi ricordo ancora tre spirali a bassa quota in avvicinamento all' atterraggio con perdita di quota infinitesimale.
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