Non me ne vogliano Franco e gli altri
vintagisti progressisti ; concordo con Gemmnis su molte cose. Un modello
vintage non è esattamente come una Targa Oro ASI, dove dev'esser tutto originale per forza: quello è un Registro Nazionale di auto storiche e chi ottiene l'ambita targa sà di possedere una testimonianza del passato che ha da sempre esser ligia a come quando uscì dalla fabbrica nel suo tempo (non apprezzo molto coloro che una volta ottenuta la Targa, sbarcano dall'auto cose come l'autoradio, ad esempio, per sostituirla con una più performante con tanto di USB e MP3. Per non parlare di quelli che ci aggiungono pure il terzo stop (partecipando a vari raduni con mio suocero, ne ho viste di cose...), a questi gli revocherei la targa oro, perchè non solo snaturano la essenza di quella vettura, ma dimenticano che quando esposte, hanno anche uno scopo didattico per coloro che le osservano, e quando una vettura ha la massima Targa, osservandone i particolari si deve poter vedere come quella vettura
era e non come ora
è a causa degli scellerati interventi del proprietario.
Un F3A "ruggente", a mio avviso, può benissimo volare con un sistema a 2.4GHz e con le batterie rx che più aggradano il proprietario: l'importante è che queste migliorie
non snaturino il suo inviluppo di volo e quì siamo al punto. Una 2.4, una Ni-Mh, piuttosto che una Li-Fe, non alterano le caratteristiche del modello, quelle che aveva all'epoca; già dei servi digitali poterebbero portar a qualche variazione rispetto all'originale. Il programma acro dell'epoca era pensato per motori a scoppio 2T che davano il meglio di loro agli alti regimi. Un propulsore
a pile ha la sua coppia bella disponibile già da subito, e questo comporta, sicuramente un miglioramento specifico, ma pure un inviluppo non più conforme a quello che il modello aveva nel suo tempo, parlo degli anni '70 e primi '80; quelli dove le eliche 11x7, 7-1/2 e 3/4 la facevano da padrone. Gli anni successivi, non li valuto. Già con l'avvento dei quattro tempi la acrobazia si evolveva spostandosi dalla dinamicità d'un tempo, verso la plasticità non più dipendente da inerzie ed abbrivi, sino al suo naturale culmine, attuale (tutti a
pila e minime variazioni di velocità). Non stò certo a sindacare cosa è meglio, ma da appassionato di organi, se ho da suonare la BWV533, preferisco un Pinchi a
trazione meccanica e con i registri giusti, quelli che utilizzava lo stesso J.S. Bach nela sua epoca, ad un organo
eclettico o pieno d'ance e a Trazione Elettrica. Questo perchè il risultato sarà certo più
filologicamente coerente con i colori, le sonorità degli Organi Barocchi di Scuola Germanica. Poco importa che mastro, guido, quell'organo lo abbia costruito in anni recenti, e che i registri siano servoassistiti, così come le Unioni, ed altro ancora, ma le tastiere sono a trazione meccanica, ed i registri, quelli giusti. Ovvio che i mantici hanno motore elettrico, ma questo non porta a differenze sonore rispetto ad un tempo, quando i mantici venivano azionati manualmente da addetti all'uopo.
Ovvio che poi, i più integralisti del vintage, storcono il naso pure alla recente tendenza delle nuove edizioni di modelli che fecero la storia, ma in versione ARF, e con conseguenti pesi odv differenti, ma il discorso sarebbe troppo vasto e variegato. Per inciso: penso che pure i vari Curare overmotorizzati (il mio compreso), poco abbiano dell'originale di Prettner, che pesava ben 800g in più ed il suo rapporto peso-potenza era minore rispetto ai nostri (parlo di quelli che hanno in prora Rossi, Novarossi, ecc).
Le mie son solo considerazioni, nel pieno rispetto della altrui scelte, e ben lungi da me l'approccio oltransista e talebano. Bello confrontarsi contutti senza denigrar nessuno (qualcuno s'era offeso per una mia colorita definizione degli elettrici; ma la mia è ironia, non certo mancanza di rispetto). La Verità Assoluta, non è di questo mondo, e non appartiene certo a me...