Citazione:
Originalmente inviato da Cello62 Grazie Mille
Ho già avuto modo di esprimere a Pagliani la mia gratitudine per la bella giornata passata e per l'organizzazione. A parte aver rotto il motore il Giovedì precedente e montato il muletto in fretta e furia Sabato senza provarlo (vedi l'elica che girava nell'altro verso...), le "vicissitudini" sono in realtà un'insieme di tante cose, la prima è la mancanza totale di esperienza sia nel governo del mezzo (provato solo 4 volte..) che nella tipologia della gara. Vi assicuro comunque che sono uscito entusiasta e consapevole degli ampi margini di miglioramento (non potrebbe essere altro..) che mi danno fiducia sul futuro.
L'ho già fatto ma ringrazio ancora Umberto per l'aiuto che mi stà dando e per la pazienza a sopportarmi, per chi lo conosce direi che è stato il mio più grande successo.. , in questo caso sono arrivato primo... scherzo, ma veramente è una persona secondo me che dovrebbe scrivere un trattato da mettere sul sito come base per tutti quelli che si affacciano alla specialità.
A presto |
Molto obbligato ... senza false modestie, credo di aver "ribaltato" l'approccio alla fase di volo a motore in autonomy che prediligeva la salita a ratei piu' "importanti".
Questo mio modo di volare a motore l'ho divulgato insistendo sulle eliche grandi da far girare piano con molto passo, per girare molta aria, appena preso in mano il Supra.
In questo modo anche chi non è un fenomeno della termica (come i Truffo, Verardi, e gli altri di provenienza F3j che hanno fatto qualche presenza) puo' ottenere i risultati che prima erano un sogno.
Naturalmente non ho scoperto niente di nuovo, la novità è stata solo aver capito che quella era la via da seguire dimezzando le correnti che erano considerate necessarie.
Tutto cio' pero' è solo un palliativo, perchè l'energia che si puo' catturare in aria è esageratamente piu' grande di quella disponibile sul modello, basta vedere i ratei di salita in termica registrati dai logger domenica, quindi vincerà sempre il piu' bravo a volare, credo.
Umberto