Quandi usavamo quei motori, temporibus illis, la miscela era molto grassa sul 20% di olio di ricino degommato, l'Ursus era nato con il carburatore Perry, sostituito in seguito egregiamente con quello a ghigliottina (l''Ursus preferiva quello con venturi da 8 mm anzichè quello da 9 in dotazione ai superquadro con testa oro) candela OPS 250, elica 11x 7 3/4 BB o Top Flite. La presa di pressione era a circa 60 mm dalla luce di scarico. Con quell'elica e accordatura a 39 cm si raggiungevano i 13.000 giri.
Lo spillo del massimo era aperto meno di un giro.
Per la scelta della candela si usava la seguente procedura: si accendeva il motore (già regolato di MAX e min) lo si portava a temperatura sempre tenendo la batteria attaccata, si spurgava, lo si lasciava per qualche secondo al minimo e quindi si staccava la batteria. Se i giri salivano, voleva dire che la gradazione della candela era troppo calda (pericolo di battito in testa) se calavano era troppo fredda (irregolarità nelle accellerazioni) se rimanevano costanti la candela era OK.
Il Dynamix era un gran carburatore ma dopo un po' perdeva viti e pezzi.
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