Comunque sia, aeronauticamente parlando, per quantificare e confrontare opportunamente i materiali si utilizza ( utilizzava ?) la resistenza specifica riferita al peso, denominata "lunghezza di rottura", rappresentante la lunghezza alla quale si romperebbe per peso proprio un ideale filo cilindrico appeso ad un estremo e penzolante verticalmente.
Riguardo ai carichi sollecitanti un'ala, elemento principale di un aerodina, ricordo che questa viene assimilata ad una trave a sbalzo sollecitata a flessione, taglio e torsione.
Con riguardo agli effetti strutturali le ali possono essere suddivise in due tipi: "a sforzi concentrati" per le quali le sollecitazioni lungo l'apertura e derivanti principalmente dalla flessione sono assorbite da un limitato numero di elementi della struttura ed a " sforzi diluiti" nelle quali le sollecitazioni sono ripartite fra un numero maggiore di elementi longitudinali ed in collaborazione con il rivestimento.
Per la resistenza a torsione si ricorre al cassone ( nostrano d-box).
Forse sono andato fuori tema, scusate, colpa della grappa di fragole