Non sarebbe il nome del modello, che è un Blanik, ma sarebbe il nome che Gino, il costruttore, potrebbe dargli se non gli fosse stato severamente vietato dopo che ha battezzato altri suoi modelli con gli improbabili nomi di Fetonte e Cirano.
Il Blanik in questione precipitò da 200 metri dopo aver perso le ali per strappi dovuti a mancanza di sgancio nel momento dovuto.
Sarebbe meglio dire che precipitò la fusoliera che fu recuperata infilata nel terreno fino alla fine della capottina, le ali scesero ruotando dolcemente tant'è vero che una fu recuperata intatta mentre l'altra, nonostante lunghe ricerche in campi appena seminati, non fu mai ritrovata.
Gino non si è perso d'animo ed ha ricostruito la fusoliera e realizzato due nuove semiali.
Il modello, ricavato da disegno al naturale inserito diversi anni fa in Modellismo, la rivista italiana che maggiormente dedica pagine al volo a vela, vola in maniera veramente splendida, appare addirittura migliorato rispetto alla prima versione.
P.S.
non mi chiedete perchè Gino ha la bocca aperta e perchè il fotografo ha tagliato le ali e ripreso invece buona parte del prato e del cielo che non appaiono perchè, a mia volta, ho ridimensionato la foto.