Ciao a tutti,
dopo una pausa sabbatica di qualche giorno, torno volentieri a scrivere di Footy.
Colgo lo spunto di Ruggero per fare alcune considerazioni personale anche alla luce di quanto visto ed ottenuto alla Gold Cup di Le Havre.
Mi sono convinto che la forma dello scafo a patto che non abbia particolare sbagli progettuali, non sia determinante per le performance.
Al contrario ho sperimentato sulla mia pelle l'importanza dello spessore delle appendici. Ad una settimana da Le Havre ho provato a sostituire entrambe le appendici, realizzandone altre con uno spessore dimezzato rispetto alle precedenti. La barca è cambiata radicalmente.
Bisogna però precisare che determinate forme o dimensioni degli scafi, possono favorire o penalizzare alcune situazioni. Il mio scafo ha forme e volumi che supportano bene tanta tela, infatti sempre a Le Havre ho regatato con armi tradizionali di dimensioni generosi. Se le regate si fossero disputate con poca aria, la tanta superficie bagnata, avrebbe condizionato i risultati.
Un argomento che non ho ancora chiarito com me stesso è la scelta della tipologia degli armi. Se da una parte l'utilizzo di un tradizionalissimo randa e fiocco mi permette una buona messa a punto e conseguenti performance, un pratico unarig mi permetterebbe tempi si sostituzione in regata ancora più rapidi e realizzazione semplificata, si passa da due a una vela solo.
Una soluzione che non gradisco, se pur universalmente riconosciuta per praticità e risultati e' riservata all'armo ideato da Stollery, del quale ho compreso gli enormi vantaggi per chi lo usa con condizioni debolissime (dati dalla leggerezza del tessuto della vela e dalla scorrevolezza nella rotazione dell'armo dovuta alla totale assenza di carichi come avviene ad esempio con randa e fiocco dove lo stesso fiocco vene agganciato ad un bompresso e ghindato) ma che non mi ha convinto per tutte le altre condizioni.
Condivido integralmente la valutazione di Cristiano, sottolineando le grande intraprendenza di buona parte dei timonieri che hanno preferito utilizzare progetti personali e poco sperimentati.
Per quanto mi riguarda, pur riconoscendo un'ottima base di partenza nella mia barca, ho in mente alcune modifiche che voglio mettere in pratica nella prossima realizzazione che inizio a giorni. Speriamo di riuscire a dare la giusta forma ai miei pensieri ma soprattutto non esagerare come al solito nel peso, anche quest'ultima barca era almeno un 30/40 % più pesante delle altre, con i suoi 690 gr è andata bene che a Le Havre abbiamo avuto molto vento.
Ciao e a presto. Federico Steri.
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