Ciao Groover,
premetto che le vele solitamente le fa il mio amico Gigi, anche ieri sera ne ho ritirato una e mi ha insegnato lui quello che ora provo a descriverti.
Per quanto riguarda la prima parte della domanda, regoli la quantità di grasso con uno strumento che potrebbe essere descritto come un righello al quale imponi con due distanziali regolabili, una certa curvatura, infatti se al centro il righello rimane fermo perché trattenuto e ad una distanza di trenta centimetri sempre dal centro regoli su uno dei due lati il primo distanziale di un centimetro e la stessa cosa con una misura di mezzo centimetro fai sul secondo lato de righello sempre a trenta centimetri dal centro, avrai ottenuto una linea che descrive una curva con valori da te decisi. Immagina di voler ottenere un profilo alare, le curve che lo compongono non sono frutto della fantasia di chi le disegna ma di calcoli e risultati già noti. La stessa cosa con il profilo che la vela da te confezionata, dovrà assumere con la tecnica di taglio appena descritta.
Per fare in modo che il panello di tessuto, che tecnicamente si chiama ferzo, appena tagliato, incollandolo vada a determinare il grasso deciso a tavolino con i valori precedentemente impostati, si dovranno attaccare con il biadesivo il primo ferzo con il secondo e procedere con tutti gli altri ferzi.
Solitamente una vela potrebbe essere composta da tre/quattro ferzi, cominciando dal basso il primo ferzo di forma trapezioidale, sarà realizzato con la base minore in alto e tagliata con il grasso. Sovrapponendo il secondo ferzo, sempre trapezioidale e con la base minore curva in alto, posso incollarli cercando di raddrizzare il lato curvo tirandolo, che quando rilasciato imporrà la stessa curvatura alla base del secondo ferzo, oppure accopiandoli cercando di seguire la curva, tecnica molto difficile.
So di averti confuso le idee, ma se quanto descritto provi a farlo con due fogli di carta quadrettata, uno con un lato curvo e con i quadretti verifichi come e quanto curvo, l'altro dritto, unendoli vedrai generarsi il grasso.
La seconda parte della domanda, cioè i benefici del grasso in determinate situazioni, il profilo che andiamo a creare serve per generare una portanza e quindi una andatura, quando la nostra vela e percorsa dall'aria, soprattutto in determinate andature come la bolina, il profilo alare della nostra vela genera una risultante che mette in movimento la barca.
Solitamente con poco vento si ingrassa la vela, mentre con più vento si smagrisce, queste regolazioni si ottengono intervenendo direttamente sulla vela montata sull'albero, se però ho confezionato una vela molto grassa, difficilmente riuscirò a smagrirla per la tanta aria e viceversa.
Poi arrivi alle regate ed immancabilmente ti trovi davanti un tizio che ha realizzato le vele con i sacchetti della spesa, che i ferzi non sa neanche cosa sono, non parliamo di quantità e posizione del grasso ma che non riesci neanche ad avvicinare, resetta quello che hai imparato e copia la sua vela.
L'argomento vele è un campo molto vasto, dove interagiscono diversi fattori e soprattutto implicano la conoscenza di tutti questi valori per ottenere un risultato equilibrato che sia un giusto compromesso per più situazioni che dovremmo affrontare. Prova a cercare in questa sezioni, ricordo un post nel quale si descriveva la costruzione delle vele, il tutto correlato di foto e disegni, sicuramente più chiara ed esplicativa della mia.
Hai capito perché ci tengo così tanto al mio amico Gigi, espertissssssssssssimo velaio?
Spero di essere riuscito nella spiegazione. Ciao. Federico Steri.
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