Buondì!
mi chiamo Marco, vivo a Torino e questa è la mia storia.
Una sera d'estate, prima di partire con la famiglia per la montagna, mio padre tornò a casa con un aereo radiocomandato; ero così piccolo che nemmeno mi ricordo il modello, era poco più di un giocattolone ma era ben più che sufficiente per far arrivare a fondo scala il mio entusiasmo e quello di mio padre.
Mio padre, ingegnere "fino all'osso", era un grande appassionato di aerei, e l'idea di poter far volare quelle meraviglie che avevo visto solo sui libri alimentava la mia fantasia e mi riempiva di voglia di imparare.
Trascorsi alcune estati col babbo, cercando disperatamente (non eravamo esperti
) di non distrugger nulla, poi io crebbi, smisi di andare in montagna con la famiglia, e tutto finì.
Il babbo da poco non c'è più, un amico mi ha regalato (o meglio "rigirato") un micro elicottero coassiale e qualcosa è esploso dentro di me: nel vederlo sospeso in aria, o spostarsi rapido inclinandosi leggermente quasi a farti temere che quell'apparente instabilità si stia trasformando in danno, ho realizzato che, dietro a quell'apparente instabilità, agiscono infinite forze e svariati fattori che l'ingegneria ha saputo imbrigliare per consentirci di ammirare lo spettacolo del volo a punto fisso.
Avevo già avuto modo di usare micro coassiali, ma ora ho qualcosa in più: la voglia di imparare (essenziale per un giurista dalle conoscenze nulle in meccanica).
A breve dovrei poter mettere le mani su un blade 120, ho letto tutto il leggibile, guida all'orientamento compresa, ma so che avrò sicuramente dubbi e incertezze e spero di poter contare su di voi e sull'ottimo lavoro che fate.
Chiedo scusa per la storia un po' lunga, ma sono (fortunatamente) eccitato come un bimbo al suo primo lego.
Marco