Citazione:
Originalmente inviato da Akula Se posso intervenire...spiegando in parole povere. (spero di non essere censurato su questa discussione sull'H)
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L'elettronisi avviene immettendo nell'acqua un catodo(-) ed un anodo(+); quindi DC-corrente continua-.
Fattore di rilievo nell'elettrolisi è la distanza di + e -. Se noi abbiamo una fonte non variabile di energia, come può essere un pannello solare, che ha una potenza massima limitata, dovremo far si che la distanza sia quanto + inferiore (N.B. < distanza; >corrente ).
Detto questo faccio una ipotesi sul funzionamento della stazione di rifornimento:
Il pannello solare è collegato ad un semplice circuito stabilizzatore, magari con un limitatore di corrente, che alimenta in seguito un banale dispositivo per elettrolisi ( come è classico vedere con le due colonnine comunicanti alla base)con una distanza sufficientemente bassa da permettere la reazione seppur con basse potenze.
Sapendo che l'idrogeno si stipa nella colonna corrispondente al catodo(-) questa colonna ha una via di uscita in un tubo di comune plastica che termina in un piccolo serbatoio sulla macchinina---l'ossigeno creato viene espulso al momento della ricarica si H2O della stazione---
Sulla macchinina questo piccolo serbatoio alimenta una cella a combustibile (credo PAFC) che a sua volta genera energia elettrica che alimenterà una batteria. Questa batteria funzionerà da "tampone" per alimentare il motore elettrico.
Sono stato stretto e banale...percui chi conosce questo settore non me ne voglia, ma sarei lieto di approfondire. |
grazie per la spiegazione ma questi processi erano abbastanza chiari, il punto che mi rende curioso è come è fatto il serbatoio, nel senso che ad esempio il palladio forma dei reticoli dove l'idrogeno può essere immagazzinato ed è indifferente il suo stato pechè il reticolo imprigiona atomo per atomo. Oppure il serbatoio è semplicemente vuoto, però essendo in forma gassosa dovrebbe essere ben sigillato per evitare fuoriscite di idrogeno.