Però si sta' andando fuori dal seminato, e questi ultimi due esempi generano solo inutile rumore e tentano di "buttarla in caciara" (altra italica propensione, si dirà: vero
).
Che c'entrano le pratiche estere di sostituzione anticipata della merce difettosa, fidandosi della buona fede dell'utente? Sappiamo tutti che l'italiano medio non è affidabile e tende a fare il furbo ad ogni occasione, ma non è questo il caso.
Qui il discorso è un'altro: a fronte di una restituzione immediata dell'oggetto rotto, non si è provveduto alla verifica oggettiva del difetto e alla sostituzione contestuale/immediata del prodotto, secondo i dettami della legge italiana.
Sono il negoziante e l'importantore semmai che - sottolineo: pur avendo già in mano l'oggetto difettoso - han "fatto i furbi" e demandato ogni decisione all'organizzazione e alle procedure della casa madre estera (evitando così di dover anticipare il costo di un caricabatterie nuovo).