Citazione:
Originalmente inviato da Rd-prop Ciao a tutti, sono Davide Resca ex aeromodellista ( ... fino a quando mi permetteranno di volare, dopo tornerò aeromodellista ... ), alcuni di voi mi conoscono, per quelli che non mi conoscono dirò che vengo dalla vecchia scuola del "mi faccio tutto io" ho cominciato a fare modelli 40 anni fa' partendo dal tecnigrafo e balsa per finire a qualche anno fa' con l'uso del cad e delle fibre di carbonio, vetro ecc. Ultimamente (dal 2005) ho il brevetto di paramotore ( un parapendio con un motore sulle spalle per volare in pianura) col quale volo tutto l'anno. Da un paio d'anni posseggo una vela o ala (paracadute come erroneamente viene chiamato) con profilo reflex ultima novità in fatto di profili per paramotori ( novità databile col carbonio 14 per quello che riguarda noi aeromodellisti ) le quali comportano una velocità di circa 60 Kmh ( ... non ridete ! ) fino a qualche anno fa il massimo della velocità in paramotore e/o parapendio era di 40 Kmh. Tutto questo cosa c'entra con il titolo di questa discussione ? molto semplice sto progettando anche io una elica a passo variabile per paramotore per poter contenere i consumi e qui do alcune informazioni a Ehstìkatzi. Premetto che ho letto tutte le 56 pagine risposte che avete dato tra concetti più o meno tecnici e nonostante l'alto livello di concetti aerodinamici di alcuni, non ho visto citare ( almeno di non essermelo perso ... ) un concetto fondamentale che avrebbe potuto risolvere alcune dubbi. Ci provo io , poi mi direte voi se ci sono riuscito o meno.
Se si considera una pala di elica come un'ala rotante, il profilo come tutti sanno avrà la sua massima efficienza ad una determinata incidenza poniamo 2° e per un certo numero di reinolds di funzionamento e quindi di velocità. Ora cosiderando che la velocià su un'elica varia dal centro all'estremità e se poniamo di utilizzare lo stesso profilo su tutta l'apertura ( anche se è svantaggioso ...) ci ritroveremo che all'attacco avremo un angolo di 4 gradi e all'estremita di 1 grado ( sto ipotizzando per rendere semplice il ragionamento ) supponendo di avere una distribuzione costante di portanza. Questo è quello che conferisce l'andamento elicoidale di una pala d'elica rispetto ad un'ala. Gli angoli di incidenza di cui ho parlato valgono a elica ferma ma quando l'elica trasla in direzione del suo moto avviene una cosa che per un'ala non succede e cioè l'angolo di incidenza del profilo rispetto all'aria (o al flusso che incontra ) si riduce in proporzione alla velocità del moto. In pratica i vari angoli di incidenza della pala si riducono e di conseguenza cala la portanza (trazione) che invece si dovrebbe mantenere massima per ovvie ragioni. Ciò comporta che l'unico sistema per mantenere invariata la trazione all'aumentare della velocità di volo è di riportare i gradi di incidenza dei profili alla loro massima efficienza ( e qui vale il paragone fatto da alcuni di considerarla come il cambio di marcia ). Quindi in definitiva l'elica a passo variabile è sempre meglio di un'elica a passo fisso ( da un punto di vista puramente fisico) poichè un'elica a passo fisso avrà sempre e solo un regime di velocità di volo e di rotazione di giri ottimale. Questo non significa che non possa funzionare tantè che finora aeromodelli e aeromobili di piccola fattura hanno preferito l'elica a passo fisso piuttosto delle complicanze costruttive dell'elica a passo variabile. Dimmi se ti è chiaro il concetto che poi magari parliamo dei giri costanti ( altro casino progettuale e parlo per esperienza personale ) ciao |
Sono Beppe Ghisleri, ci conosciamo vero ?
Guarda che io non metto in dubbio l'utilità del passo variabile nelle applicazioni 1:1, ci mancherebbe.
Il problema è che non riesco a vederla nel modellismo ed il motivo l'ho spiegato qualche messaggio indietro.