affondamenti e dintorni
Mi occupo di footy da quattro anni, non mi è mai affondato un barchino ( facendo le corna ) , ma ne ho visti andar giù parecchi ( quattro o cinque ), dunque una mia idea sull'argomento me la sono fatta.
Il concetto base è semplicissimo : barche stagne non esistono.
L'acqua entra dai passaggi delle scotte, dalla scassa dell'albero e da infiniti altri buchi e orifizi vari.
Sperare di avere la "barca stagna" è un illusione ( rischiosa ) .
Ergo l'unico modo per evitare quel che in gergo assicurativo si definisce "full loss" è quello di avere delle ragionevoli riserve di galleggiamento.
Palline da ping pong, palloncini pieni d'aria, pezzi di polistirolo, o zone stagne dello scafo ( prua poppa ) separate con paratie divisorie da una zona "bagnata" centrale.
Ai sapientoni che hanno da ridire sui tre grammi di sovrappeso del polistirolo, faccio notare che non sempre l'acqua è profonda meno di un metro.
Ricordo inoltre che se uno va a regatare all'estero si può trovare in una allegra situazione di pioggia e trenta nodi di vento ( footy euro gp 2008 a Liverpool ) .
La scorsa estate durante un bordo di bolina di una regatina della footy cup, la barca dell'amico livio è sparita di circolazione in un batter d'occhio.
Talmente in fretta che nessuno l'ha vista affondare, infatti pensavamo che fosse dispersa chissà dove con il radiocomando kaput.
Nel tragicomico contesto abbiamo scoperto ( a spese di livio ) che il fondale del lago di Avigliana non ha nulla da invidiare a quello della fossa delle Marianne - o quasi - .
Anche se il dato esatto rimane tuttora incerto ( cinque metri, sette metri o dieci e mezzo ) stà di fatto che il footy ITA 48 giace tuttora negli abissi lacustri.
Come si suol dire : meditate gente, meditate.
Flavio
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