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Vecchio 09 novembre 11, 16:01   #34 (permalink)  Top
Ehstìkatzi
Gran Decapo
 
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Originalmente inviato da Personal Jesus Visualizza messaggio
E perchè no? D'altronde, se non ce ne un po' neanche lì, allora ce ne deve essere poca anche nei garages e sui campi di volo, dove a parte discutere di radiocomandi, resine e del video della Belen, non mi pare si discuta di tant'altro. O forse sì, a volte anche un po' di politica come in roma capoccia.
Di neutrini superluminali o di teatro, ahimè, non ne ho ancora sentito discutere seriamente.
Sarà anche per quello che l'accademia del traino non è più tale?
Oppure aveva ragione quello là che diceva che con la cultura non si mangia e, probabilmente, non si costruiscono nè si fanno volare i modelli.
Belle discussioni, il succo finale è il solito:
io ho ragione, tu non capisci una cippa, e vai di insulti a man bassa.
Se sono discussioni queste.

Ancora una volta voglio ricordare i polli di Renzo.

.........Pigliate quei quattro capponi, poveretti! a cui dovevo tirare il collo, per il banchetto di domenica, e portateglieli; perché non bisogna mai andar con le mani vote da que' signori. Raccontategli tutto l'accaduto; e vedrete che vi dirà, su due piedi, di quelle cose che a noi non verrebbero in testa, a pensarci un anno.
Renzo abbracciò molto volentieri questo parere; Lucia l'approvò; e Agnese, superba d'averlo dato, levò, a una a una, le povere bestie dalla stìa, riunì le loro otto gambe, come se facesse un mazzetto di fiori, le avvolse e le strinse con uno spago, e le consegnò in mano a Renzo; il quale, date e ricevute parole di speranza, uscì dalla parte dell'orto, per non esser veduto da' ragazzi, che gli correrebber dietro, gridando: lo sposo! lo sposo! Così, attraversando i campi o, come dicon colà, i luoghi, se n'andò per viottole, fremendo, ripensando alla sua disgrazia, e ruminando il discorso da fare al dottor Azzecca-garbugli. Lascio poi pensare al lettore, come dovessero stare in viaggio quelle povere bestie, così legate e tenute per le zampe, a capo all'in giù, nella mano d'un uomo il quale, agitato da tante passioni, accompagnava col gesto i pensieri che gli passavan a tumulto per la mente. Ora stendeva il braccio per collera, ora l'alzava per disperazione, ora lo dibatteva in aria, come per minaccia, e, in tutti i modi, dava loro di fiere scosse, e faceva balzare quelle quattro teste spenzolate; le quali intanto s'ingegnavano a beccarsi l'una con l'altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura...........

E pensare che qualcuno s'era offeso perchè avevo usato "polli", vedo ora che si trattava di "capponi", meno male che mi sono sbagliato, mi avrebbe sfidato a duello.
Ehstìkatzi non è collegato   Rispondi citando