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Vecchio 07 ottobre 11, 00:17   #109 (permalink)  Top
Marco Iannarelli
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Originalmente inviato da CarloRoma63 Visualizza messaggio
Per le istruzioni il discorso è semplice: qualsiasi oggetto capace di oscillare attorno ad un suo punto di stabilità (come, ad esempio, un pendolo) possiede una sua precisa frequenza di risonanza, ovverosia quante oscillazioni esegue in un secondo se viene lasciato oscillare liberamente. In queste condizioni una piccolissima spinta data alla stessa frequenza, e data nel momento giusto, porta l'oggetto ad oscillare con ampiezza sempre maggiore (limitata solo dagli attriti); se invece la frequenza delle spinte è diversa da quella di risonanza, sara necessaria una maggiore spinta per raggiungere la stessa ampiezza di oscillazione. Riportando il problema ai nostri tempi, noi abbiamo una barca che può oscillare nel senso prua-poppa (c.d. beccheggio) con una sua frequenza ben precisa. Abbiamo poi le spinte periodiche a questo movimento che sono date alla barca dalle onde che la stessa incontra nella sua navigazione; se queste spinte sono alla stessa frequenza (o un suo multiplo o sottomultiplo) di quella di risonanza della barca allora questa beccheggierà vistosamente, se invece questa frequenza sarà diversa da quella di risonanza (o un suo multiplo o sottomultiplo), la barca sembrerà non accorgersi neanche di queste spintarelle.
Dal momento che la frequenza delle spintarelle dipende dalla distanza fisica delle onde (approssimativamente sempre uguale per quanto riguarda questa discussione) e dalla velocità a cui la barca le attraversa (tipicamente la massima raggiunta dalla barca), per evitare il beccheggio non rimane altra soluzione che modificare la frequenza di risonanza della barca stessa. Se immaginiamo la barca come una bacchetta con due pesi alle estremità ed incernierata nel baricentro, una legge della fisica ci spiega che questo effetto si ottiene modificando la distanza dei pesi dal centro oppure modificandone il peso stesso (come si fa nei pendoli degli orologi).
Leggo con interesse una teoria che non conoscevo e che nemmeno immaginavo.
Non ho nè conoscenze nè strumenti per confutarla, ma trovo la situazione descritta più applicabile ad una nave di svariate decine di metri che avanza in un moto ondoso costante e regolare in mare aperto che non ad un modellino di poche decine di centimetri.

Poi ormai non mi meraviglia più nulla!

marco
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