Ok, adesso i nostri carter sono puliti e (più o meno) splendenti. Ma un motore non è composto solo dal carter, giusto?
Un argomento che mi sta particolarmente a cuore è la viteria. Le viti originali, specie se a croce, una volta devastate con un cacciavite inadatto spesso possono solo finire nel cassone del ferrovecchio. Una buona sorgente di viteria di piccole dimensioni in varie fogge e finiture, con passi metrici e imperiali, è disponibile su
Micro Fasteners a prezzi realmente vantaggiosi. La spedizione dagli USA costa meno di una nazionale...
Però se le viti hanno solo l'intaglio dritto è possibile ripristinarle con tanta pazienza e una piccola lima piatta, tipo quelle per contatti o per serrature.
Si prende la vite in morsa, facendo uso di mordacchie in alluminio. Si inserisce la lima nell'intaglio e con poche passate si ripristina la perpendicolarità delle pareti.
Fatto questo si prende un tubetto di ottone, avente il diametro interno pari a quello della vite, e si fa uno spacco longitudinale con un seghetto. Si mette la vite all'interno del tubetto e si pizzica il tutto con il mandrino del trapano.
Si accende il trapano e si spiana la testa (le rigature saranno circolari e quindi simuleranno la tornitura originaria) stando attenti a non piantarsi con le dita o la lima sul mandrino del trapano. Per maggiore sicurezza meglio mettere un pò di nastro isolante da elettricisti sulle griffe. Usare velocità basse!
Se qualcuno desiderasse il
non plus ultra allora conviene dare una leggera sfregatina con tampone e carta abrasiva grana 600. Sempre attenti alle dita!
Ok, direte voi, bello schifo! e la brunitura originale? Avete perfettamente ragione!
Il primo metodo è quello che mi ha insegnato mio nonno... olio e cannello. Si scalda il pezzo da brunire, che non deve cambiare colore, e lo si immerge nell'olio esausto di motori 4T. Si rimette il pezzo sulla fiamma e poi di nuovo nell'olio, e via così fino ad ottenere la tonalità desiderata. Va bene anche olio nuovo (che produce bruniture più chiare), e al posto del cannello va bene anche un fornello a gas. Lavorare all'aperto perchè l'odore non è che sia dei migliori, tant'è che questo metodo a livello industriale non viene più utilizzato. Attenzione a non surriscaldare il materiale! La temperatura dell'oggetto in lavorazione non dovrebbe superare i 250-300°C, pena l'alterazione della resistenza dell'acciaio
Il secondo metodo è quello di andare in un'azienda che fa bruniture e si chiede se hanno 10 minuti per fare un piacere. Offrendo gentilezza, cortesia e una bottiglia di vino per il disturbo è probabile che torniate a casa più soddisfatti del previsto.
Il terzo metodo, per chi non ha modo di fare i primi due, è quello di andare in armeria e chiedere un brunitore a freddo. Si tratta di un liquido o un gel, generalmente azzurro, da applicare all'oggetto per 5 minuti; poi si applica dell'olio protettivo per prevenire l'ossidazione del pezzo. In questo caso il pezzo deve essere preventivamente spazzolato con uno spazzolino d'acciaio (non di ottone! sporca la superficie!) e sgrassato con diluente nitro, pena una brunitura "a dalmata". E' un sistema adatto a piccole superfici, la cui resistenza allo sfregamento è inferiore al primo metodo, pertanto adatta più ad oggetti da tenere in bacheca che da adoperare; al contempo è estremamente economica perchè un flacone con cui brunire qualche centinaio di viti costa attorno ai 5 euro. I prodotti per brunire a freddo sono generalmente tossici, per cui dopo aver brunito le viti è meglio lavarsi bene le manine! usare i guanti è ancora meglio!
Dei tre sistemi io preferisco il primo, il terzo alla bisogna, il secondo quasi mai per mancanza di tempo! Ho degli utensili realizzati vent'anni fa, bruniti ad olio, che sembrano appena realizzati! e non si arrugginiscono!