Studi per sviluppi ed ottimizzazioni per la classe AC120
Alcuni anni fa abbiamo sviluppato una AC120 tradizionale che era direttamente derivata dalle forme della AC/10 detentrice del titolo.
Lobbiettivo era utilizzare forme classiche e distribuzioni di volumi collaudate per creare una prima AC120.
A seguito di alcuni studi sui multiscafi e sullo studio di forme ad elevato coefficiente prismatico, abbiamo provato ad applicare alcuni di questi principi alle forme di una AC120 con lobbiettivo di sviluppare uno scafo che potesse sfruttare al meglio uno slancio di prua accentuato per allungarsi in galleggiamento dinamico.
Lobbiettivo dello studio era realizzare una forma che avesse una piccola variazione di volume per piccoli angoli di appruamento in modo che lo scafo raggiunga, velocemente e senza aiuto dellonda, un galleggiamento di 110 cm dinamico con uno statico di 99.
Poi, con la formazione di un minimo di onda, anche con sbandamenti minimi, la LWL dinamica dovrebbe subito superare i 115 cm.
Questo dovrebbe dare un piccolo vantaggio di velocita` di punta con circa 10-15% di LWL in piu` e una maggiore resistenza allingavonamento per i limiti di vento massimi previsti per il gioco di vele principale.
Il ginocchio di prua e` cosi` quasi inesistente, la prua leggermente rovescia: ricorda un po Alinghi SUI 100 e un po le linee laterali della generazione di AC fino al 2000, infatti America 3 e NZL32 avevano linee similari.
Qualcuno potrebbe dire che nelle barche reali levoluzione ha portato a fare forme diverse, ma con 25 tonnellate di dislocamento e scafi non plananti i problemi sono molto diversi che con 4,5 Kg di barchetta e uno scafo che puo` planare.
Idem il rapporto tra la superficie delle vele e il dislocamento fa assomigliare molto piu` i nostri scafi a un cat della futura Coppa America piuttosto che ai vecchi e pesanti IACC5
Quindi , se levoluzione delle grandi e` andata in un senso, nelle piccole e` quasi certo che la via della miglior performance non sia la stessa: qui in anteprima posto la mia reintepretazione in chiave moderna di NZL 32 che chiamero`, in ricordo dei fasti della mitica barca neozelandese, Magic Urca 120.
Naturalmente lo scafo potra` essere riscalato con opportuni fattori di scala per fare una AC100 performante e il progetto avra` valenza e messe in tavola doppie (con opportuni fattori di scala correttivi).
In particolare potra` avvalersi della leggerissima costruzione monoscocca che, se sulla AC120 da` piccoli vantaggi, sulla AC100 invece permette di risparmiare almeno un paio di etti sullo scafo (finito) e metterli nel bulbo dando circa un 10% in piu` di potenza alla barca in bolina.
Da qui il vantaggio globale sulla AC100 rispetto agli attuali progetti in rete di poter contare su:
+ 10% di galleggiamento dinamico
+ 10% di momento raddrizzante a parita` degli altri fattori
+ 10% circa per il momento raddrizzante ottimizzato per i 60 dm2 di vele con un range di vento sostenibile uguale alle IOM con il gioco 1
Questo, naturalmente, non significa 30% in piu` globale, pero` un vantaggio tangibile dovrebbe darlo.
Per ora e` solo la bozza iniziale con i voulmi e la loro distribuzione sitemata come volevamo, ma puo` dare un po di idee a cui ispirarsi.
Speriamo di riuscire a completare tutto per lHobby Model Expo di Verona dove lo presenteremo ufficialmente.
Ciao ciao
Ultima modifica di claudio v : 05 giugno 12 alle ore 12:01 |