17 dicembre 10, 19:15
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Ciao Andrea, ovunque tu sia vola anche per noi.
Data registr.: 04-02-2010 Residenza: alto Lazio
Messaggi: 519
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Originalmente inviato da dooling Per maggiore chiarezza, un "servocomando" | o "scappamento" o "attuatore" comunque sempre come quello del disegno erano (a parte alcuni che avevano l'ancoretta non a quattro bracci ma solo a due) Citazione:
Originalmente inviato da Mmmmm Grazie per la spiegazione! Certo che prima l'aeromodellismo era davvero un hobby per appassionati "seriamente" . | infatti ... di "pronto al volo " non c'era nulla, quindi solo costruzione (99.9 percento balsa e legni vari) da progetto proprio, trittico, disegno commerciale e solo un poco da (rare) scatole di montaggio. Quindi se volevi un modello dovevi impegnarti, procurare il materiale e lavorare .... Aggiungiamo pero' che moltissimi modellisti avevano frequentato un corso all'Aeroclub (durava circa un anno se ben ricordo) dove assieme ad un buon bagaglio di teoria si imparava davvero a lavorare sotto la guida di veri esperti: il mio corso (Roma, 1960) era tenuto da Elvio Tosaroni e la parte teorica era curata da Kanneworff.. come dire due pilastri del modellismo nostrano. Per il radiocomando era una cosa diversa: fino a quando (fine '60 /inizio '70) arrivarono le prime radio proporzionali dagli USA, a parte rarissimi "commerciali" (un paio di persone da noi costruivano e vendevano radio negli anni '60) quasi tutti coloro che si dedicavano all'RC avevano una preparazione precedente in elettronica o almeno in radiotecnica. Io avevo 13/14 anni quando arrivai al radiocomando dopo qualche anno di VVC, ma seguivo mio padre e pian piano mi appassionai seriamente all'elettronica (e .. ho continuato) In poche parole, il volo (solo la domenica nei prati di periferia) occupava una parte decisamente minore del tempo dedicato al modellismo e la maggior parte del tempo si costruiva, il volo era "il premio" per il tanto lavoro fatto. saluti Andrea |
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