Le macchine agricole degli anni 30 - 40 e perché no anche 50, come anche i motori per trita sassi fatti a testa calda, per chi non lo ricorda, bisognava scaldare la testa con una lampada a petrolio per avviarli, tra questo il blasonato Landini, su questi motori almeno quello per il trita sassi, aveva un circuito di raffreddamento aperto con una contenitore per l'acqua di circa 100 litri, bisognava integrare l'acqua evaporata ogni 2 - 3 ore, ora però è tutto un'altra cosa, sono cambiati i materiali è migliorato di molto, (inversamente proporzionale) il rapporto peso potenza, l'evoluzione tecnica ha fatto passi da .... gulliver direi.
Nel nostro caso non si può, almeno credo, parlare di circuito di raffreddamento aperto;
1) l' esempio di cui sopra si trattava di un utilizzo del motore in postazione fissa.
2) l'automodello è in movimento pertanto non può che essere a circuito chiuso anche se la circolazione non è forzata ma solo a termosifone, fatte queste doverose precisazioni, bisogna necessariamente studiare un sistema che possa dare l'optimus con pochissime ma significative modifiche, e qui mi allaccio all'obiezione sollevata da Magu mi pare, che per raffreddare il pseudo radiatore bisogna pur fare in modo che prenda il flusso dell'aria da qualche parte, qui sono pienamente d'accordo, non sono d'accordo invece forare la carrozzeria, es. il parabrezza o il lunotto per fare giungere al motore il flusso necessario.
Considerato che anche l'occhio vuole la sua parte, vedrei invece un lavoro ben fatto, forare la calandra del modello per raffreddate il radiatore, applicare sui finestrini posteriori, due prese d'aria fatte ad' hoc sul tipo delle macchine di formula 1 applicata sul roll bar per il raffreddamento dei motori tradizionali
Saluti Frank.