Citazione:
Originalmente inviato da staudacher300 Ma possibile che se certe cose riscuotono successo restino destinate alle pur lodevoli iniziative del singolo ?
Ma chi vieta di fare una F3A "sport production" ? basterebbe l'obbligo di rispettare alcune norme, magari ispirate ai kit più diffusi, che premino chi fà delle semiriproduzioni tipo giles o extra, questo secondo me é uno dei "segreti" del combat", i modelli "sanno" di qualcosa, dare una colindrata max intorno ai 6,5 cc vietando le risonanze e che ne so i servi digitali per mantenere i costi bassi.
Mi direte, "non é F3A",Lo so, sono d'accordo, ma io insisto, gli somiglierebbe.
Ah dimenticavo, ammetterei gli elettrici limitando le lipo a max 4 o 5 e 4 amp massimo e così via (faccio solo esempi).
Sono d'accordo con odi che si può partecipare anche con modelli economici e fare buoni risultati, ma perché chi é costretto dalla pecunia a farlo deve pensare di partire con l'handicap ?
Guardate una gara di moto di serie e ditemi se non son belle gare, si devono divertire da matti a farle. |
Credo che il discorso della riproduzione, sia da prendere in seria considerazione.
In effetti, anche gli F3D dovrebbero essere delle semiriproduzioni ma guardali e dimmi se somigliano anche solo lontanamente all'aereo che dicono di riprodurre.
Introdurre in F3A il concetto di "riproduzione" o "semiriproduzione", aggiungerebbe senz'altro fascino alla categoria. Adesso sono modelli praticamente tutti uguali, se si tolgono alcuni esperimenti saltuari, come x es. i biplani che ultimamente si sono visti.
Vabbè la "standardizzazione" ma a parte il nome stampigliato sulla fuso e i colori diversi (anche sui colori c'è una bella piattezza di idee), uno che non è "dentro" la acrobazia, difficilmente distingue l'uno dall'altro.
Anche questa è una conseguenza del fatto che nessuno si progetta il proprio modello e tantomeno se lo costruisce.
Tempo fà, all'epoca dei vari Bertolani, Bertolozzi e altri che hanno fatto la storia della F3A italiana, ogni pilota aveva le sue idee e filosofie e si costruiva il modello di conseguenza. Quindi si vedevano modelli diversi e diversi modi di interpretare l'acrobazia, a tutto vantaggio della varietà e di coseguenza dell'interesse verso la categoria.
Ricordo che passavo giorni a guardarmi i vari progetti o semplici trittici pubblicati nelle riviste e ho tratto una bella base di idee e concetti interessanti che tutt'oggi mi sono molto utili per altri tipi di progetti.
Oggi, un modello F3A è solo un
puzzle di "griffe" più o meno alla moda, che lascia ben poco spazio a idee personali.
Non me ne voglia Andrea che involontariamente è diventato il "capro espiatorio" della situazione su questo forum ma secondo me lui stesso rappresenta il classico esponente di una moderna F3A che esce dai canoni entro i quali ho sempre considerato l'aeromodellismo.
Poi, naturalmente, uno fa quello che gli pare ed è libero di farsi le gare che più gli piacciono con i modelli che più gli aggradano.
Buon primo maggio,