Discussione: Centraggio RG65
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Vecchio 10 novembre 10, 16:21   #6 (permalink)  Top
claudio v
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Originalmente inviato da giorgio7 Visualizza messaggio
.... e che tra i vari tipi di barche i valori adottati variano anche di molto perche sono evidentemente diversi , tra una barca e l'altra,
gli altri parametri. Il " metodo parametrico ", sempre sostenuto da Claudio V, è sicuramente il più attendibile, preciso e fornisce risultati migliori a patto però di aver costruito negl'anni una banca dati ......
Ai modellisti terrestri come me , te e forse qualche altro lettore del Forum non resta che il " metodo dei baricentri " per, fissato l'avanzo,
determinare le altre posizioni chiave, senza scordarsi chi ci si è arrivati con l'uso di grossolane semplificazioni ( posizione del CV del CAD ecc )
e che perciò dovremo avere in fase di messa a punto in acqua altre possibilità di regolazione. ......
Ciao Giorgio,
avevo promesso a me stesso di non tornare mai piu` sull'argomento in un forum, ma visto come poni il problema penso che sia utile darti una risposta facendo il riassunto di varie puntate precedenti anche perche` stavoi scrivendo un meno da cui posso prendere parte del testo.

A parte il sistema “marziano” della mia banca dati statistici, che mi permette semplicemente di sbagliare poco e azzeccare una centratura ragionevole quasi sempre al primo colpo anche su barche completamente diverse (dalla 2m alla Footy), c’e` un sistema semplificato come ho piu` volte scritto.

Tale sistema, per certe tipologie di scafo, e` molto piu` attendibile di quello del CAD che, per i dislocamenti e le forme dei modelli, e` un minestrone di dati utili, inutili e dannosi che portano piu` elementi di disturbo che altro (come svariate volte scritto): insomma, a mio parere se con un modello ci si azzecca con il cad e` solo per sbaglio o usando una % di avanzo simile su modelli molto simili per appendici immerse, lunghezze etc.

Ad esempio: la variazione di dimensione del timone muove tantissimo il CAD e, su un modello dove il timone deve avere sempre un “carico minimo” per garantire il controllo in un ampio range di vento, non e` pensabile di “caricarlo” mai molto.
In pratica il timone deve stare li` a fare da stabilizzatore, ma lavorando sempre con incidenze e portanze ridotte.
Da questo se ne deduce che il timone non influira`, se non minimamente, sulla superficie antideriva.

Discorso similare si puo` fare per lo scafo che reagisce in statica principalmente sul centro del volume (che non corrisponde quasi mai con il centro della sua superficie laterale usato per il cad) e in dinamica influenza la resistenza in acqua variando anche la sua impronta/dislocamento.
Li` il discorso si complica parecchio pero` si possono fare 2 assunzioni di massima: Uno scafo piu` “largo” avra` una impronta piu asimmetrica a barca sbadata e probabilmente la rendera` un po’ piu` orziera. Oltretutto uno scafo piu` largo tendera` a beccheggiare appruandosi e potrebbe dare un risultate calettamento orziero al timone oltre ad avanzare il centro di spinta laterale dello scafo (che genera anch’esso tendenza orziera).
Uno scafo stretto a sezioni tonde e con un comportamento equilibrato sul beccheggio influira` molto poco sulle tendenze “orza / poggia” della barca

Fatto questo preambolo e venendo al dunque che se ne ricava?
Che su uno scafo abbastanza stretto a sezioni “tonde” la forma in acqua variera` poco con lo sbandamento.
Che la sua forma e il dislocamento ridotto (tipico di tute le barche modello) lo rendera` molto poco efficace come superficie antiscarroccio
... quindi possiamo quasi trascuralo
Che il timone dovra` lavorare poco o niente, quindi possiamo trascuralo per il calcolo della superficie antiscarroccio

Che l’unica cosa veramente significativa come superficie antiscarroccio e` la deriva e che il suo centro di portanza si trovera` in un punto che varia dal 30 al 50% della sua corda media aerodinamica.
Quindi, se in prima approssimazione decidiamo di considerala per la posizione del suo baricentro non facciamo grossi errori.

Ragionamento analogo viene fuori per la superficie velica, quindi considereremo il suo baricentro come punto di riferimento.

Ora, fatte queste semplificazioni, se diamo un leggero avanzo al centro velico rispetto al centro di deriva (della sola deriva) perlomeno prenderemo in considerazione parametri sempre coerenti (perche` si avanza il centro velico rispetto al centro antideriva richiederebbe spiegazione a parte, ma mi sembra che sia chiaro e non divagherei ulteriormente).

Quanto sara`, in linea di massima questo avanzo?
In base a una banca dati coerenti che mi sono costruito si puo` dire che va dal 3 al 6%, quindi mettendo il 4,5 % ci si sbaglia di poco con un piano velico dove il fiocco e` circa il 50% della randa.

Di solito, piu` la barca e` invelata (rapporto vele zavorra) e piu` conviene avanzare perche` navighera` sempre abbastanza sbandata.
Sempre “di solito”, maggiore e` la superficie del fiocco rispetto alla randa e minore dovra` essere l’avanzo perche` il centro di spinta del profilo risultate delle vele tendera` ad avanzare.
Piu` la deriva e` piccola (a parita` di vele e momento raddrizzante) e minore sara` l’avanzo da dare, viceversa il contrario
Piu` grande sara` il timone e maggiore sara` la tolleranza sulla posizione del centraggio.

Bisogna tenere presente che la sola regolazione delle vele puo influire con un + o – 1-1,5% di spostamento: maggiore sara` la superficie della randa rispetto al fiocco e maggiore potra` essere questa escursione perche` bastera` depotenziare la randa e/o svergolarla per portare molto avanti il centro di portanza delle vele.
Questi ragionamenti sono applicabili a una barca con delle vele di forma corretta e ben regolate, perche` se avessimo un fiocco a posto e una randa piatta e sformata come uno straccio, chiaramente cambierebbe tutto, idem con una buona randa e un fiocco piatto/sformato.

Chi ha dati precisi di sue barche ben equilibrate puo` provare a ricalcolare il tutto rispetto al centro della sola deriva e probabilmente scoprira` che la deviazione std delle % degli avanzi tra CD e CV sara` minore di quella calcolata sul CAD-CV.
Per la mia banca dati statistici l’ho fatto anni fa e i risultati erano abbastanza coerenti e chiari per barche simili e armi simili... dove non lo erano subentravano effetti legati a fattori di forma e rapporti di superfici tra deriva e timone etc.
Per questo motivo ho scelto di usare il solo CD e parametrare tutto rispetto a quello.

Poi ognuno faccia come gli piace di piu`, sono solo barchini
Ciao
claudio v non è collegato   Rispondi citando