Discussione: formosa
Visualizza messaggio singolo
Vecchio 23 marzo 06, 01:59   #47 (permalink)  Top
luca.masali
User
 
L'avatar di luca.masali
 
Data registr.: 15-11-2005
Residenza: Cadenabbia - Lago di Como
Messaggi: 16.812
Immagini: 5
Citazione:
Originalmente inviato da marco2
Che tempestività! grazie ragazzi. Epoxi ne ho in abbondanza, ciano ne ho un tipo della Great ma nn so se adatto a questo materiale. La colla vinilica rapida come andrebbe?
Magari Luca Masali potrebbe darci le dimensione e caratteristiche degli scarponi che ha costruito, così proviamo a realizzarli.
c'è una regola empirica che va sempre bene per gli scarponi:
1. lunghi come la fusoliera,
2. il redan (lo scalino dello scarpone) a metà della lunghezza
3. mettere lo scalino medesimo (A QUESTE SCALE) circa un centimetro dietro al baricentro.
4. Per la larghezza, se uno vuol fare lo scienziato si calcola il dislocamento necessario sulla base della massa del modello, se uno va a spanne per il formosa sta abbondante e lo fa largo più o meno 6 cm e alto altrettanto (la sezione massima, intendo, in corrispondenza del redan).

e sfatiamo pure un altro mito sugli idro, già che ci siamo: non è assolutamente vero che ci vuole più potenza per il decollo rispetto a un modello terrestre. Prima che l'homo modellicus inventasse il motore elettrico, facevo volare idro da un metro e venti d'apertura alare con un babe bee cox da 0,8 cc. Semplicemente, ci vuole più tempo per raggiungere la velocità di rotazione, quindi si fanno delle belle corse lunghe sull'acqua, che sono tanto affascinanti quanto il volo stesso (in proposito, vi invito a vedere questo filmato relativo all'Hansa Brandenburg, il modello che vedete flottare nel mio avatar; biplano da 120 cm, un chilo e due etti, tirato da un modestissimo Hacker A2022L.).

http://www.masali.com/Inside/Models/...burg%20035.mov

I timoni marini, a queste scale sono peggio che inutili, danno fastidio e basta.
Occhio che ce s'è vento potrebbe essere molto dificile controllare il modello in acqua; nel caso, un pò di potenza per farlo planare (in senso nautico, cioè spiattellare sull'acqua saltellando sul redan) e il controllo sarà garantito. Non è facile ma è divertente.

E già che ci siamo, mai, mai, mai per nessuna ragione tentare di decollare col vento al traverso. altrimenti ci si accorge di due cose:
UNO, che gli idrovolanti si rovesciano molto più facilmente degli aerei terrestri. Ma proprio molto di più. diciamo che non chiedono di meglio.
DUE, che tirare fuori dall'acqua un idro ribaltato è un inubo, se non si ha una barca o la voglia di fare una bella nuotata.

Ultimo consiglio: l'elettronica non patisce più di tanto i bagni nell'acqua dolce, ma soffre da matti quella salata. uomo avvisato...
luca.masali non è collegato   Rispondi citando