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Vecchio 24 aprile 10, 13:24   #1554 (permalink)  Top
wikipiero
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Originalmente inviato da Ing.GRIPPAUDO Visualizza messaggio
Gasp!...battibecchi a parte, ma che razza di arsenale avete voi li? Non è che lo avete provocato voi il buco nell'ozono qualche anno fa, con i vari Rossi a manetta?

X Mario: anche in passato, quando collettore e tratto iniziale della risonanza avevano lo stesso diametro, si usavano dei manicotti di raccordo abbastanza lunghi (ca. 6-8 cm max) da poter fare un pò di aggiustamento della pipa. Il sistema era quello a cui accennavo a prof.capo: si iniziava con il collettore lungo e lo si "affettava" un po' alla volta a passi di 5mm o giù di li, rilevando i risultati di volta in volta. Non appena si superava il punto ottimale (nessun incremento ulteriore di giri e punto di inizio dell'intonata che si sposta più avanti) si ritornava alla misura precedende, il tutto sempre usando un raccordo generalmente di silicone ma c'erano anche dei manicotti d'alluminio con o-ring interno che adempievano alla stessa funzione.

Io ho attualmente trovato per motori e risonanze attorno al .45 - .51 dei manicotti colorati di silicone che presentano all'esterno anche i solchi per le fascette di serraggio: 2 da una parte e 1 sola dall'altra (dove si prevede di far scorrere l'elemento ), ci sono poi i raccordi di teflon (bianchi - opalescenti di aspetto quasi rigido) che si usano con le apposite fascette d'acciao auto-stringenti.

Adesso però voglio rimettermi all'esperienza degli altri per quanto riguarda la lunghezza definitiva. Questo perchè ho sempre sentito che, una volta trovata la lunghezza giusta sul modello a terra, bisogna ALLUNGARE leggermente la pipa per mettere il sistema in ordine di volo.

La logica - come già detto qui - vorrebbe il contrario: ad aumento di giri dell'elica in volo rispetto a terra dovrebbe corrispondere un ACCORCIAMENTO della pipa ma da più fonti mi è stato detto il contrario. Ho letto da qualche parte che ciò è dovuto al fatto che i fronti d'onda sonori che si formano all'interno della pipa subiscono una dilatazione per via del rapido avanzamento della sorgente sonora (effetto Doppler) e pertanto la frequenza che si rileva all'interno dello scarico risulterebbe un po' più bassa di ciò che è a terra, nonostante l'aumento di giri.

Ora, non è assolutamente mia intenzione sollevare un vespaio , riporto semplicemente quello che mi è stato spiegato; da parte mia, non posso nè confermare, nè smentire in quanto, essendo piuttosto cane come pilota , ho sempre preferito i silenziatori a barilotto sui modelli, lasciando agli altri più esperti di me gestire il "gradino" che si crea nell'erogazione quando entra in azione la risonanza. Tuttavia un chiarimento in questo senso mi farebbe piacere e penso forse non solo a me.

Grazie e saluti!
X Ing.Grippaudo:
Non tirerei in ballo l'effetto Doppler che riguarda la differenza di frequenza misurata tra osservatori che si muovono a velocità diverse rispetto la sorgente d'onda, il fatto è che il sistema motore-pipa non ha movimenti relativi ne a terra ne in volo (vabbè, escludiamo pistone biella ed albero), ovviamente un osservatore a terra percepirà una frequenza diversa da uno solidale col motore e tale differenza non sarà nemmeno costante ma questo poco importa al motore. Come dici, dopo aver accordato la pipa a terra, sembrerebbe logico accorciare il collettore per ottenere la risonanza al numero di giri più elevato che si ha in volo, ma chissà, forse ci sono altri motivi per fare il contrario.
Colgo l'occasione per tornare sul mio precedente contributo rispetto al posizionamento della presa di pressione: la legge di Bernoulli non è applicabile ad una marmitta risonante (e nemmeno ad un banale silenziatore) e non è possibile invocarla per sostenere una qualunque tesi in merito. A mia conoscenza non esistono criteri per determinare a priori un punto di massima pressione all'interno di una pipa risonante e nemmeno mi risulta che esistano modelli CFD per farlo, stiamo parlando di un fenomeno che implca questioni di fluidodinamica, termodinamica e acustica, e non è nemmeno un fenomeno stazionario! Il fatto stesso che una famosa azienda come la Rossi posizioni la presa di pressione in posti diversi potrebbe essere la conferma che la questione non è così determinante, in altre parole: se non si notano differenze di prestazioni in nome di che cosa vogliamo spaccare il capello in quattro? Se poi qualcuno volesse farlo può sempre provarci col sifone del mio precedente contributo.
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