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Vecchio 31 marzo 10, 08:51   #5 (permalink)  Top
lakelake
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come immaginavo, gli ex vololiberisti presenti sul forum sono tanti.
E tutti, bene o male, hanno abbandonato la categoria per diversi motivi: esasperazione delle formule, mancanza di campi, difficoltà oggettive nel gestire prove e gare.

Il discorso relativo alla Rx per azionare l'antitermica c'è già: con l'avvento degli autoscatti elettronici si comanda da terra con un piccolo trasmettitore monocanale. Ma non è comunque sufficiente.

Gli stessi F1a moderni hanno delle prestazioni oggi che fino a ieri erano impensabili: l'avvento dell'elettronica ed il progressivo irrobustimento delle strutture ha portato a raggiungere dei carichi in fase di sgancio che solo 10 anni fà avrebbero fatto esplodere le ali. I migliori oggi sganciano in verticale ed iniziano a planare intorno ai 75 metri contro i 50 di cavo. Alcuni dicono che ai mondiali si sono visti sganci prossimi ai 90-100 metri.
E' ovvio che in queste condizioni basta una bava di vento per camminare lontano: ok, in caso di termica si può rischiare di far partire l'antitermica verso i due minuti e mezzo e sfruttare il tempo di discesa come tempo operativo, ma di strada se ne fà comunque.

Non parliamo poi dei motomodelli f1c: anni addietro, con 7 secondi di tempo motore, si considerava una buona salita intorno ai 150-160 metri. Oggi con i motori dotati di riduttore se ne fanno quasi 200 con 5 secondi di motore.
E' praticamente impossibile che non vi siano spareggiandi e mediamente la gara non si conclude prima dello spareggio a 6/7 minuti. Provate ad immaginare un f1c da 7 etti e mezzo in termica con un pò di vento quanta strada può fare in sette minuti.

La categoria del volo libero è bella, affascinante, molto tecnica e tecnologica, ma come ho scritto nella mia lettera post convegno volo libero del novembre 2009, è sostanzialmente morta. O si mette mano alla categoria in modo da ridurre drasticamente le prestazioni dei modelli rendendoli adatti ad un impiego anche in campi ristretti, o è finita.
Considerato che alle mie proposte vi è stato un seguito pressochè nullo farcito solo da qualche sporadica replica antagonista di chi non ha nemmeno capito di cosa si stesse parlando, mi aggiungo mestamente alla lista di quelli che ci hanno provato ed hanno sbattuto contro un muro di gomma.

L'autonomy è la categoria più vicina in assoluto al volo libero e per questo motivo ho deciso di buttarmici: per me è anche una sfida nella sfida dato che non ho mai preso in mano una radio prima d'ora e devo imparare tutto da zero.

Se conosco almeno un pochino i vololiberisti in attività credo che pochi siano interessati a convergere verso l'autonomy: purtroppo quando si parla di radiocomando ad alcuni viene l'orticaria, non capendo che una chiusura ideologica al progresso inevitabile ed al mutamento dello scenario comporta la (imminente) morte di una intera categoria.



Stefano Rossani
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Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare (Jim Morrison)
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