Quoto tutto il ragionamento e vorrei aggiungere:
i costruttori di solito tengono a cuore le prestazioni dei loro motori, che se fossero sensibilmente inferiori al dichiarato, loro farebbero la figura dei
"sandroni". Discorso analogo riguardo all'affidabilità: un motore che "spacca" facilmente proietta un'immagine di inaffidabilità sull'azienda. Quindi devo pensare che la percentuale dell'olio che loro consigliano scaturisca da un equilibrio tra prestazioni ed affidabilità per il quale loro, perlomeno, non ci rimettano mai la faccia!
Sulla questione invece della durata a lungo termine, invece, io qualche dubbio me lo faccio: non so se un costruttore abbia un reale interesse a fare durare un suo motore 30 anni, con prestazioni pressochè costanti dall'inizio alla fine. Specie se per raggiungere lo scopo deve consigliare una percentuale d'olio maggiore che effettivamente va ad incidere sulle prestazioni immediate, causa la ovvia perdita di potere calorico della miscela.
Secondo me,
il motivo per cui alcune ditte di motori "allegri" (vedi Rossi per esempio) tendono a consigliare percentuali relativamente basse di olio (parliamo però del 15% o al massimo del 12%) sta nel fatto che il prodotto viene concepito per un target di utenza che è alla ricerca di prestazioni elevate, anche, secondo me, al prezzo di una riduzione della longevità, come è logico che avvenga in tutti i casi in cui si fa una scelta di performance.
Io, nei vari miei esperimenti e cazzeggi, ho provato anche ad usare poco olio. Difficilmente un motore "normale" grippa, standosene calmi-calmi, anche con il 5% (ricino!). Il problema è l'usura: basta già solo aprire il tappo posteriore per capire che si è di fronte ad una piccola Waterloo a partire già dal colore dell'olio residuo!...Meglio tutto sommato l'accoppiamento, che se sopravvive potrà avere ancora qualcosa da dire in futuro.
E poi se questo non basta, provate a girare al 10% con una ventola intubata o con un elicottero...stando a debita distanza pero!!
Ciao a tutti!
Ing.