Mi permetto di dire la mia.
Sarebbe ora di smetterla di pensare all'aeromodellista soltanto come ad uno sfigato che non arriva a fine mese o ad uno studentello senza possibilità.
Il passaggio per capire quanto è utile volare dentro un campo riconosciuto è soltanto mentale, culturale.
- Se non iniziamo a pensare all'aeromodellismo come ad uno Sport, continueremo a vedere "cani sciolti" (nel senso buono del termine) che svolazzano con costose turbine su campi pubblici e continuare a giustificarsi con la scusa dei costi alti dei campi. Quanti aeromodellisti conoscete che non si aggrecano ai campi per i costi ma poi comprano regolarmente 3-4 modelli l'anno?
Ci sono decine di migliaia di studenti che frequentano palestre a decine e decine di euro al mese, come mai? Secondo me perchè a loro interessa Veramente fare quello sport e quindi fanno sacrifici per raggiungerne i massimi livelli.
- La raetizzazione annua del costo del campo non dovrebbe essere gestita dal presidente (che si prende la responsabilità di arrivare a fine anno con un "pagherò") ma dalla persona stessa con il risparmio personale.
- Impossibile generalizzare a livello nazionale i costi di un campo di volo.
Un ettaro di terra in qualche provincia etrema non costa di certo come un ettaro di terra nella periferia di grandi città. Deridere quindi il nuovo gruppo romano l'ho trovato, più che di cattivo gusto, di mancanza di logica applicata.
Lodevole lo sforzo sempre del nuovo gruppo (al quale vanno tutti i miei auguri) per l'abbassamento dei prezzi (da 350 a 290).
Credo anche, in conclusione, che il giusto rapporto valore-prezzo per giudicare un campo di volo, non sia dato soltanto dalle infrastrutture presenti (ancora rido per lo schetch sul bagno chimico
) ma anche dal percorso agonistico e formativo che i soci del determinato campo potranno avere grazie a chi li gestisce.
Saluti Termici