Visualizza messaggio singolo
Vecchio 16 novembre 09, 17:29   #2 (permalink)  Top
SoldatoSemplice
User
 
Data registr.: 28-05-2005
Residenza: Roma
Messaggi: 660
Se tu mi parli di un dsPIC30F allora ti posso concedere che magari realizzare alcune parti in "alti linguaggi" può essere comodo, ma in questo genere di processori l'esadecimale finale è generato, mai da un unico linguaggio ad alto livello, quanto più da un'amalgama di una moltitudine di linguaggi di programmazione, che possono raggiungere alte rese, tanto che sia le applicazioni, sia gli sviluppatori per questo genere di super prototipi sono molto rari, tanto che questi stessi PIC sono rari da trovare in un comune negozio.

Per il rimanente 98% delle applicazioni (tra cui rientra la totalità delle possibili necessità di un aeromodellista: sai che c'è un utente qui che ha sviluppato un regolatore brushless con un serie 16F? Chiedi di Ivan) possono essere egregiamente risolte da un pic serie 16F.

Ho visto utenti passare da un pic 16F ad un 18F solo perchè non avevano abbastanza pin a disposizione, ed usare solo il 3% delle potenzialità di un processore 18F.

Alcune delle più elementari tecniche come il multiplexing sviluppato via firmware o il multi-PWM sempre via firmware sono cose ostiche e di solito vengono delegate alle risorse hardware di un PIC, questo perchè svilupparle via software complicherebbe di non poco il codice stesso, in pratica il motivo per cui i programmatori assembler sono così pochi è presto detto: programmare in un linguaggio difficile ma dalle potenzialità nettamente superiori agl altri linguaggi(almeno per questo tipo di architettura) è difficile.

Alla fine: Vuoi usare bene i PIC? Impara l'assembler, avrai in questo modo il controllo di ogni singolo bit.
SoldatoSemplice non è collegato   Rispondi citando