E ora, la pilloa di saggezza della sera
Stavo ragionando che scrivere romanzi e fare aeromodelli sono attibìvità simili in maniera impressionante, magari un giorno vi racconterò perché
.
Qundoi darò ai giovani aeromodellisti il consiglio che do sempre ai ragazzi che mi chiedono come si fa a diventare scrittore.
la cosa più importante, l'unica che conta veramente, è dedicare un pò di tempo ogni giorno al romanz... ehm, volevo dire al modello.
Non è importante la
quantità di tempo; mezz'ora è spesso un lusso quando si lavora e si ha famiglia, ma anche dieci minuti sono sufficienti per verificare le incollature o rileggere e assaporare un passo importante che abbiamo scritto.
Non è importante nemmeno la
qualità di questo tempo: se abbiamo la testa da un altra parte, se non abbiamo voglia, se siamo stanchi e arrabbiati può darsi benissimo che scrivberemoi una scena moscia, o peggio ancora banale. O incolleremo una centiuna storta. O taglieremo col filo caldo un'ala svergola. Poco male, i dieci minuti di domani serviranno a scollare la centina o a riscrivere la scena che non va o a rifare l'ala.
Quello che davvero conta è la
costanza di quel tempo. Il romanzo, il modello devono diventare parte di noi, della nostra vita, dei nostri gesti quotidiani: impensabile andare a dormire senza lavarsi il cul.... ehm, i denti, impensabile chiudere una giornata senza aver lavorato alla creatura di carta o di balsa. Solo così si crea quel feeling, quell'intimità col nostro lavoro che è la condizione indispensabile perché riesca il miracolo: che una parte vera e profonda di noi si trasferisca sulla pagina scritta o sulla balsa spillata sul tavolo in garage.
Senza questo transfert, non saremo mai né scrittori né modellisti. Al massimo, saremo uno che scrive o uno che monta arf. Ma il cuore e il cervello saranno da tutt'altra parte, non saranno nelle nostre pagine e nemmeno nelle nostre centine.
Bene, qualunque roba ci fosse stata nel mio caffé sta cessando l'effetto. Non rileggo, passo e chiudo.