Citazione:
Originalmente inviato da tecman  una domanda per avere la risposta sulle prestazioni del 401:
fino a circa un anno emezzo fa(quando ho incominciato io  ) il gy401 era quasi il top dei giroscopi e ci facevano di tutto anche 3d estremo.
ora cosa è cambiato?
le meccaniche sono cambiate ma non sostanzialmente(piccole migliorie quà e là).
la risposta è nelle mani delle persone che usano i modelli.
certo è che la tecnologia attuale sui giroscopi aiuta molto il pilota e lo impegna meno rispetto a prima. |
Il Gy401 è lontano dal top già da parecchi anni. Quando ho iniziato io, quasi 5 anni fa, c'era già il GY601 e la differenza di prestazioni è abissale.
E' vero che ci si fa anche del 3D estremo, ma ha i suoi limiti, sopratutto nel piroettato. Il pilota deve costantemente seguire i vari rallentamenti e accellerazioni della coda o correggere il modello che puntualmente ha preso un assetto indesiderato a causa di un comando del ciclico non sincronizzato con la rotazione dell'eli. Sicuramente non è vero che non tiene una retro veloce, mentre è vero che nel stoppare una piroetta non sai mai quando si ferma esattamente la coda e se torna un po' indietro.
Comunque il 3D di oggi è diverso da quello di qualche anno fa ed è dovuto anche alle apparecchiature elettroniche che sono sempre più sofisticate.
Chi non vuole dover gestire la coda fa bene a scegliere un gyro diverso sempre che le sue prestazioni non siano compromesse da altri difetti dell'eli.
Chi invece ha un GY401 con un servo adatto ed un modello settato a puntino, può comunque eseguire dell'ottimo 3D adeguando il volo ai limiti del gyro. Ad esempio, io col mio Protos non fermo le piroette in modo secco, bensì le rallento un po' un attimo prima. Inoltre, certe figure le eseguo con un piro rate basso (muro della morte) ed in altre evito che il modello prenda troppa velocità (looping di piroette). Dove questo proprio non mi riesce e nelle figure che prevedono una caduta libera del modello che piroetta con il rotore di taglio (death spinner), la coda quasi si ferma.
Ciao,
Massimo Rubinelli