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Vecchio 11 ottobre 09, 00:27   #30 (permalink)  Top
ALDO.T
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Borea: IV Parte

Progetto BOREA: volerà ancora l’aliante che non ha mai volato?
(IV parte)
Una volta recuperati i disegni, mi sono preoccupato di riprodurli in digitale, anche perchè il solo aprirli troppo spesso per la consultazione comportava il rischio di rovinarli. Immaginate dei grandi fogli cianografici ripiegati dal 1942 e probabilmente quasi mai aperti successivamente, le pieghe hanno indurito il foglio, che tende a rompersi quando viene “spiegato” e rimesso in piega: un po’ come avviene con il filo di ferro ripetutamente ritorto,
I disegni sono le copie ciano dei tratti a matita di Teichfuss. E’ specificata la scala del disegno e sono riportati i materiali usati e le loro quote, come potete vedere dal disegno allegato dei comandi del timone di quota.
Tutto il materiale era quindi pronto per iniziare la progettazione del modello.
Abbiamo deciso di partire dall’ala, dalle due semilai di 4,2 metri di lunghezza.
Primo problema: il profilo alare!
Si tratta dell’antico dilemma: nella riproduzione si deve ripetere il profilo originale, oppure si può “aiutare” la performance di volo del modello utilizzando profili più “modellistici”? In proposito è stato pubblicato un bellissimo articolo su Modellismo (n°… del 20…) con la firma di Martin Simon, al quale rimando per le elucubrazioni aereodinamiche.
Personalmente ritengo che se si diventa “matti” per replicare i dettagli, non si può NON ripetere anche il profilo. Altrimenti, sarebbe come variare la forma e superficie del piano di quota per far volare meglio il modello!
Senza voler aprire una discussione in proposito, debbo subito dirvi che ho deciso di replicare il profilo originale. L’avevo fatto già nel Reiher (non per mia scelta, bensì per la decisione di Tom Bode –produttore del Kit – e di Martin Simon che l’aveva aiutato nel disegno del modello) e il Go 549 che evolveva in Go 676 con uno svergolamento di ben 6° si era rivelato essere un’ottima soluzione ANCHE nel modello. Non è un caso se a Muswangen il Rehier si è classificato terzo fra gli old timer nella gara in triangolo con GPS!!
Certo che lavorando in scala 1:3 e con 6,33 m di apertura alare le differenze fra performance del profilo fra vero e modello sono minori di quando non si lavori su scale 1:4 oppure 1:5.
Nel caso del Borea poi si era deciso per la scala 1:2,5, con un’apertura di 8,4 m, vicina a quella di certi alianti veri dell’epoca. Un motivo di più per mantenere il profilo originale.
Il problema era definire QUALE fosse il profilo originale. Nulla in proposito è riportato nei disegni. Nel libro di Rinaldi “Ali Misteriose” si legge che il Borea aveva come profilo il Go 532. Lo stesso profilo veniva confermato anche da Zanrosso nel suo libro. Ero dubbioso in proposito. Due motivi mi trattenevano da iniziare il lavoro con tale profilo: primo, non si faceva riferimento a “evoluzioni radice-estremità” del profilo e difficilmente un progettista raffinato come Teichfuss avrebbe scelto di mantenere invariato il profilo per l’intera apertura alare (nello Sparviero per esempio aveva scelto di andare dal Go532 -o 535 secondo Zanrosso- al N.A.C.A. M12!); secondo, erano passati 5 anni da quando aveva iniziato ad usare il 532 (purtroppo non ho trovato informazioni sui profili usati nel Turbine, costruito fra lo Sparviero ed il Borea), Teichfuss voleva fare un aliante innovativo, voleva superare il concetto che l’aliante da scuola fosse un “mattone”, voleva che il suo Borea partecipasse ai concorsi dell’epoca … insomma voleva qualcosa di nuovo!
Mi sono allora andato a leggere la descrizione dell’aereo che ne faceva l’Ing. Scalas nella introduzione alle “Prove Statiche”. Non potendola ancora riprodurre, vi “copio” alcuni stralci della relazione dell’Agosto del 1942:
“Il veleggiatore ‘Borea’ è un veleggiatore biposto con doppio comando ed a posti affiancati.
La cellula è monoplano, interamente a sbalzo e con struttura monolongherone e centinatura in legno; il rivestimento è in tela dal longherone al bordo d’uscita ed in compensato, dello spessore di mm. 2 ½, in tutto il bordo d’entrata. …….omissis…….
Il profilo adottato all’incastro è il profilo n°60……omissis…….
L’ala è leggermente svirgolata e ……. omissis……
Il profilo varia fino a diventare M12 all’estremità (come nello Sparviero, n.d.r.)….omissis……”
Avevamo dunque due profili: uno già usato (NACA M12) un biconvesso al 12% di spessore ed uno “nuovo” di cui sinceramente non avevo alcuna conoscenza. Sono allora ritornato (per così dire) sui libri di scuola (modellistica): ho ripreso a mano il testo di Loris Kanneworff “Progettiamo gli Aeromodelli” (edito dall’ AeClub d’Italia, di cui ho una edizione del 1992) e a pag 338-339 ho trovato (giusto di fianco al vecchio Clark Y) il profilo N60: profilo leggermente concavo, con spessore max del 12,4% al 30% e inarcamento max del 4% al 40% della corda. Nello stesso libro, a pag 60, è riportato il grafico delle prove di Schmitz che dimostrano il ciclo di isteresi dello strato limite (dovuto al distacco del flusso dall’ala, con enorme aumento “a scalino” del Cr dell’ala a 80.000 circa, con ritorno alla normalità del Cr a 147.000) proprio applicato al profilo N60!! Ne ho dedotto che l’ala dl nostro Borea NON dovrà mai volare a numero di Reynolds <147.000, pena un peggioramento significativo dell’efficienza di volo. Dato questo che dovremo rivedere più avanti in sede di messa a punto del modello.
Avevamo dunque i profili (Paolo Severin aveva intanto trovato anche i dati del NACA M12 con un software per tracciare i profili). Si era deciso di svergolare di 2°, basandoci sullo Sparviero. Occorreva però considerare che lo Sparviero era stato disegnato con velleità acrobatiche, con velocità possibili assai più elevate e lo svergolamento ridotto aveva anche il significato di non innescare momenti torcenti eccessivi sulla struttura alare ad alta velocità di affondata. Purtroppo non avevamo alcun riferimento più preciso delle parole dell’Ing. Scalas: “leggermente svergolata”! Si è infine deciso di svergolare l’ala all’estremità di 4°.
L’incidenza dell’ala al momento non era un problema e vi avremmo poi dedicato tempo nel disegnare la fusoliera. Il progetto finalmente poteva partire!
Vi rimando alla prossima puntata per il disegno e i primi passi della costruzione dell’ala.
A presto, Aldo
Icone allegate
Progetto BOREA: volerà l’aliante che non ha mai volato?-disegno-comandi-piano-di-quota.jpg  
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