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Vecchio 28 settembre 09, 11:05   #14 (permalink)  Top
ALDO.T
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Progetto BOREA: parte III

Perchè Teichfuss ha chiamato questo aliante Borea?
Il nome deriva dal nome che venivano dati ai corsi annuali di volo degli allievi di Guidonia.
Come si può ricavare dal link “…ET SILENTER DELEO” GLI ALIANTISTI MILITARI ITALIANI DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE di Gabriele Taddei (http://www.postfrontal.com/PDF/et_silenter_deleo.pdf ) da cui cito:
“agli inizi dell’inverno del ’42 un nuovo bando per allievi piloti aliantisti richiedeva il possesso del solo attestato “B”. Se, grazie alle nuove adesioni, fu possibile dar vita a due distinti corsi, l’ “Aquila” ed il “Borea”, molti dei nuovi allievi, ….”
Quando un progetto prendeva forma, il progettista leggeva il nome del corso di quell’anno e lo dava all’aliante. In effetti il nome BOREA, come vedremo comparirà solo tardivamente. All’inizio il progetto era solo denominato ALIANTE BIPOSTO, oppure ALIANTE TIPO SPARVIERO, oppure anche SPARVIERO II. Come potete vedere dalle foto delle intestazioni di alcuni dei vari fogli di progetto presentati per il collaudo tecnico alla Facoltà di Ingegneria Università di Bologna nel 1942 (del cui recupero fortuito ho parlato nell’ultimo messaggio).
Non so ancora se queste diverse denominazioni siano state il frutto di indecisioni sul nome, oppure, più semplicemente, se Teichfuss non abbia deciso di presentare i disegni di cui già disponeva (ognuno è relativo come si vedrà meglio in seguito a dettagli dei comandi, oppure del timone di coda, o anche dell’attacco del piano di quota, etc.) per accorciare i tempi. Non dimentichiamo che non aveva un PC con cui stampare le modifiche o gli aggiornamenti al CAD: Lui i disegni costruttivi se li faceva tutti “a matita” su rotoli di carta da lucido!! Quindi, se voleva accelerare la presentazione della domanda di autorizzazione per il collaudo statico, avrebbe anche potuto raccogliere quello che aveva di SIMILE come tipologia costruttiva (come vedremo ha di fatto presentato 2-3 disegni con versioni diverse della forma e superficie del timone di direzione) per poi aggiustare la versione definitiva durante la costruzione dell’aliante.
Queste differenze hanno creato alcune difficoltà nel capire bene quale fosse la versione che poi Teichfuss aveva costruito. Grazie al CAD di Paolo Severin, oltre che alle sovrapposizioni fatte della foto disponibile, siamo arrivati a risolvere quasi tutti i problemi di identificazione delle diverse versioni.
Altro dettaglio: il fatto che Teichfuss avesse disegnato (come vedete dalla foto relativa) le pedaliere sfalsate, ha generato nei più l’idea che le sedute dei piloti fossero sfalsate. Se però guardiamo meglio, le cloche sono allo stesso livello e la descrizione grafica delle pedaliere semplicemente documenta la lunghezza max e min (regolabile in relazione alla altezza dei piloti) che il progettista aveva previsto (di cui abbiamo anche trovato conferma nella descrizione dell’aliante fatta dall’Ing Scalas).
Come si può vedere tanti piccoli problemi che sommati insieme (al momento ne ho descritto solo alcuni) hanno richiesto una stesura molto ragionata del progetto definitivo del modello.
Si è voluto infatti rispettare al massimo il progetto originale, riducendo al minimo le “semplificazioni” modellistiche. Per esempio il complesso sistema di connessione delle ali è stato rispettato per intero, senza ricorrere a baionette, che avrebbero stravolto il progetto originale.
A presto, Aldo
Icone allegate
Progetto BOREA: volerà l’aliante che non ha mai volato?-fusoliera-borea-pedaliere.jpg   Progetto BOREA: volerà l’aliante che non ha mai volato?-biposto-tipo-sparviero.jpg   Progetto BOREA: volerà l’aliante che non ha mai volato?-sparviero-ii.jpg  
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