Discussione: hobbycity
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Vecchio 31 maggio 09, 11:08   #1107 (permalink)  Top
HYCRYPOTES
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Originalmente inviato da teiga Visualizza messaggio
quali sono le differenza tra la mia e la tua?come si scelgono i quarzi?nella foto c'è un pacchettino ,come gli dico che il canale 50?
La mia è 8 canali doppia conversione, la tua 5 canali singola conversione.
Nel pacchetto hai 10 quarzi, solitamente è presente il canale 50.
Se non dovesse esserci dicono che si possono montare i quarzi hitec, naturalmente in doppia conversione.

La singola è più scadente e olitamente prende più interferenze, la doppia è migliore, poi come viene la PCM e la 2.4, sistemi ottimi ma più costosi.
Fatti un giro nel forum per capire meglio.

Ti posto un articolo di Andrea Avagliano, di alcuni anni fa.


Singola e doppia conversione...
Non sto parlando della camera d’albergo da prenotare in occasione della vostra
prossima gara aeromodellistica (comunque, nel caso vi accompagnasse Naomi, consiglio
vivamente la doppia...), ma del tipo di conversione impiegata sui nostri attuali ricevitori per
radiocomando. Mi è sembrato infatti che ci sia carenza di informazione in materia: cercherò di
chiarire i principi di funzionamento delle due tipologie, senza addentrarmi in particolari troppo
tecnici (spero che i puristi perdoneranno le inevitabili semplificazioni).
Un po’ di storia
Agli albori del nostro hobby venivano impiegati ricevitori assai semplici, costituiti come
nello schema a blocchi che segue
Il circuito di sintonia è sintonizzato sulla frequenza emessa dal trasmettitore.
Lo stadio rivelatore ricostruisce il segnale, generato dal trasmettitore, che contiene le
informazioni relative alla posizione dei comandi.
Il circuito di decodifica estrae dal segnale ricostruito dal rivelatore i comandi da inviare agli
attuatori.
Il principale difetto di questo circuito consiste nella cattiva selettività, cioè dalla scarsa
capacità di scartare segnali interferenti aventi frequenza vicina a quella emessa dal relativo
trasmettitore. Supponiamo infatti di operare sul nostro attuale canale 81, cioè alla frequenza di
40.815 MHz, e di ricevere in antenna anche un segnale interferente a 40.835 MHz (canale 83);
la frequenza differenza tra le due sarà pari a: 40.835 – 40.815 = 0.020 MHz. Rispetto alla
frequenza di lavoro, in percentuale, questo valore è:
0.020 : 40.815 x 100 = 0.049 % ;
non esistono stadi rivelatori che possano discriminare frequenze contigue così prossime. In
altre parole il nostro modello, sul quale avessimo installato questo ipotetico ricevitore, in
presenza di una emissione radio su una frequenza prossima alla sua, sarebbe inesorabilmente
destinato al volo libero...
Simili ricevitori non sono più in uso da svariati anni; ho descritto questo circuito perché
contribuirà alla comprensione di quanto vedremo in seguito.
antenna
circuito
di
sintonia
stadio
rivelatore
circuito
di
decodifica
agli attuatori
2
Supereterodina a singola conversione
Il ricevitore attualmente più utilizzato nei nostri radiocomandi è illustrato nello schema
a blocchi che segue
Lo stadio preamplificatore ha il compito di adattare i segnali provenienti dall’antenna ai
requisiti richiesti dai circuiti successivi; in particolare, in questo stadio è presente il circuito
A.G.C. (Automatic Gain Control = controllo automatico di guadagno), che limita
l’amplificazione in presenza di segnali forti, allo scopo di evitare la saturazione degli stadi che
seguono.
Lo stadio oscillatore è pilotato dal quarzo di ricezione: questo deve avere una frequenza di
oscillazione pari a quella del quarzo di trasmissione, meno il valore della frequenza intermedia,
che in questi apparati è pari a 455 KHz (usando il canale 81 dell’esempio precedente: 40.815 –
0.455 = 40.360 MHz).
Il mixer effettua la miscelazione dei segnali provenienti dal preamplificatore e dall’oscillatore;
tenendo conto di quanto detto sopra, alla sua uscita sarà sempre presente un segnale avente
frequenza pari a 455 KHz (nel solito esempio: 40.815 – 40.360 = 0.455 MHz).
Lo stadio a frequenza intermedia è accordato sulla frequenza di 455 KHz, ed ha il compito
di eliminare tutte le altre frequenze presenti al suo ingresso.
Lo stadio rivelatore ricostruisce il segnale, generato dal trasmettitore, che contiene le
informazioni relative alla posizione dei comandi.
Il circuito di decodifica estrae dal segnale ricostruito dal rivelatore i comandi da inviare ai
servi.
stadio
preampli
ficatore
mixer
frequenza
intermedia
455 KHz
antenna
stadio
rivelatore
stadio
oscillatore
circuito
di
decodifica
servi
quarzo
3
A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi: perché tante complicazioni (cambi di
frequenza, miscelazioni, ecc.) ? A cosa serve tutto ciò?
Ovviamente la risposta è: serve, eccome se serve!
Riprendiamo l’esempio del ricevitore che lavora a 40.815 MHz, ed è interferito da una
frequenza di 40.835 MHz: bene, all’uscita del mixer della nostra supereterodina troveremo
entrambe i segnali, convertiti di frequenza, il primo a 40.815 – 40.360 = 0.455 MHz, il
secondo a 40.835 – 40.360 =0.475 MHz. La differenza in frequenza tra i due segnali è
ovviamente rimasta invariata (475 – 455 = 20 KHz), ma percentualmente i nuovi calcoli ci
dicono che rispetto alla frequenza di lavoro, il segnale interferente sarà scostato di:
20 : 455 x 100 = 4.39 % !
Lo stadio a frequenza intermedia che segue, accordato a 455 KHz, sarà agevolmente in grado
di eliminare un segnale che dista dalla sua propria frequenza di oltre il 4%
Questo spiega perché l’impiego del circuito supereterodina è assolutamente necessario,
se ci si vuole proteggere da segnali non voluti, sia che questi siano emessi da altri
radiocomandi che operano su canali adiacenti al nostro, sia che vengano generati da impianti
radio destinati alle comunicazioni.
4
Supereterodina a doppia conversione
Negli ultimi tempi sono stati presentati, e stanno ottenendo notevole successo
commerciale, i nuovi ricevitori a doppia conversione: vediamo come funzionano, e se il loro
impiego è veramente conveniente. Come al solito, illustriamo prima lo schema a blocchi
Lo stadio preamplificatore è identico a quello descritto nel ricevitore a singola conversione.
Il 1° stadio oscillatore è pilotato dal quarzo di ricezione: questo deve avere una frequenza di
oscillazione pari a quella del quarzo di trasmissione, meno il valore della prima frequenza
intermedia, che in questi apparati è pari a 10.7 MHz (usando il canale 81 dell’esempio
precedente: 40.815 – 10.7 = 30.115 MHz).
Il 1° mixer effettua la miscelazione dei segnali provenienti dal preamplificatore e dal primo
oscillatore; tenendo conto di quanto detto sopra, alla sua uscita sarà sempre presente un
segnale avente frequenza pari a 10.7 MHz (nel solito esempio: 40.815 – 30.115 = 10.7 MHz).
Il 1° stadio a frequenza intermedia è accordato sulla frequenza di 10.7 MHz, ed ha il
compito di eliminare tutte le altre frequenze presenti al suo ingresso.
Il 2° stadio oscillatore è pilotato da un quarzo, non intercambiabile, posto all’interno del
ricevitore: questo deve avere una frequenza di oscillazione pari a quella della prima frequenza
intermedia, meno il valore della seconda frequenza intermedia, che in questi apparati è ancora
pari a 455 KHz, quindi 10.7 - 0.455 = 10.245 MHz.
Il 2° mixer effettua la miscelazione dei segnali provenienti dalla prima frequenza intermedia e
dal secondo oscillatore; tenendo conto di quanto detto sopra, alla sua uscita sarà sempre
presente un segnale avente frequenza pari a 455 KHz (10.7 – 10.245 = 0.455 MHz).
Il 2° stadio a frequenza intermedia è accordato sulla frequenza di 455 KHz, ed ha il compito
di eliminare tutte le altre frequenze presenti al suo ingresso.
Lo stadio rivelatore e il circuito di decodifica sono identici a quelli descritti nel ricevitore a
singola conversione.
stadio
preampli
ficatore
1° mixer
frequenza
intermedia
455 KHz
antenna
stadio
rivelatore
1° stadio
oscillatore
circuito
di
decodifica
quarzo servi
frequenza
intermedia
10.7 MHz
2° mixer
2° stadio
oscillatore
quarzo
5
Anche qui vale l’equazione: maggiore complicazione = migliori prestazioni
Con alcuni semplici passaggi matematici (così diceva sempre il mio professore di
Fisica, prima di riempire sei metri quadri di lavagna con un’interminabile sequela di
equazioni...) si dimostra che l’utilizzo di due successive conversioni di frequenza comporta un
nuovo, importante incremento nella selettività del ricevitore; ciò significa che, a parità di ogni
altra condizione (potenza del trasmettitore, sensibilità del ricevitore, antenne, ecc.) otterremo
sempre una migliore reiezione (è il corretto termine tecnico, vuol dire rigetto) dei segnali e dei
disturbi presenti su frequenze immediatamente adiacenti a quella su cui operiamo.
Allora, è conveniente l’impiego di un ricevitore a doppia conversione? Tenendo
presente che i vantaggi descritti sopra non hanno alcuna contropartita negativa (a parte,
ovviamente, il maggior costo...), e che le frequenze radio sono, e saranno sempre più, affollate
dal proliferare di nuovi servizi, la risposta può essere una sola: sì, incondizionatamente sì!
Parliamo dei quarzi
Quanto esposto fino ad ora dovrebbe aver contribuito a chiarire alcuni dubbi che si
affacciano quando si debbono scegliere i quarzi destinati ai propri apparati: vediamo di
riassumere.
Il canale di trasmissione, oltre ad essere contrassegnato da un numero attribuito
dall’apposito Comitato Internazionale (ad esempio, canale 81), è caratterizzato dalla frequenza
operativa (nel caso indicato 40.815 MHz): questo valore indica la frequenza a cui opera il
trasmettitore, e quindi il quarzo installato nel TX è “tagliato” per oscillare proprio alla
frequenza nominale del canale.
Per quanto riguarda il ricevitore, bisogna invece distinguere i due casi:
· Ricevitore a singola conversione
Il quarzo del ricevitore deve oscillare alla frequenza di trasmissione, meno il valore della
media frequenza di conversione, che vale 455 KHz (pari a 0.455 MHz); riprendendo
l’esempio precedente relativo al canale 81, abbiamo che:
40.815 – 0.455 = 40.360 MHz – frequenza reale del quarzo da montare sul ricevitore.
· Ricevitore a doppia conversione
Il quarzo del ricevitore deve oscillare alla frequenza di trasmissione, meno il valore della
prima media frequenza di conversione, che vale 10.7 MHz; riprendendo il solito esempio
relativo al canale 81, abbiamo che:
40.815 – 10.7 = 30.115 MHz – frequenza reale del quarzo da montare sul ricevitore.
Nella pratica, i costruttori di radiocomandi marcano i quarzi da montare sui loro
apparati con l’indicazione del canale e della frequenza nominale, in modo da non richiedere
all’utente fastidiosi calcoli: ma la frequenza reale dei quarzi utilizzati sulle riceventi non
corrisponde a quella stampigliata sul loro involucro.
Questo spiega (almeno lo spero...) perché non si possono invertire i quarzi tra TX e
RX, e il motivo della non intercambiabilità dei quarzi di ricezione fra RX a semplice e doppia
conversione.
Ultime note
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Negli ultimi tempi ho avuto modo di constatare che c’è spesso confusione tra i termini
doppia conversione e PCM: probabilmente ciò è dovuto al fatto che, quasi sempre, i
ricevitori di fascia alta possiedono entrambe queste caratteristiche. In realtà, non c’è nessun
nesso tra le due prestazioni: possono esistere ricevitori PPM a doppia conversione (e in
commercio ne sono presenti alcuni) e ricevitori PCM a singola conversione.
PCM, infatti, è l’acronimo di Pulse Code Modulation... ma no, il discorso è interessante, ma
diventerebbe troppo lungo!
Se vorrete, ne parleremo una prossima volta...
Andrea Avagliano
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