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Vecchio 29 novembre 05, 11:46   #9 (permalink)  Top
DoC
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Originalmente inviato da frank
Credo che il nocciolo della questione sia appunto, come dici tu, nel "dosaggio" del nuovo stratificato. Se capisco giusto il documento della Suter non bisognerebbe (quasi) avere bisogno di carteggiare il nuovo stratificato, per non indebolirlo: "si l'on ponce des bandages, on crée dans la plupart des cas des nouveaux points de rupture annoncée" (se si carteggiano i "bendaggi", si creano nella maggior parte dei casi dei nuovi punti di rottura annunciata). Insomma, la riparazione più forte ma soprattutto che meglio combina le proprie caratteristiche strutturali con lo stratificato che le sta attorno non dovrebbe essere così sottile da richiedere troppo stucco, né così spessa da richiedere troppa carteggiatura.
Ancora complimenti!
Francesco
Ciao Frank,
mi permetto di tenere qualche riserva personale...
Da buon apprendista ingegnere mi sono fatto qualche "sega mentale" sui quadratini che non danno continuità allo stratificato e comunque necessitano di un po' di sovrapposizione tra loro; gioco forza vai a creare dei malloppetti e comunque in ogni sovrapposizione di quadratino, se non usi fibra molto sottile rimane un minimo spazio, un gradino che viene riempito da resina senza fibra che porta peso e non apporta resistenza. Lo stratificato continuo invece non crea discontinuità e la fibra lavora in maniera ottimale a trazione e compressione essendo linearmente distesa.
Non concordo nella maniera assoluta sul fatto che carteggiando si vadano a creare punti di rottura, in quanto se spiani con un tampone o con il dischetto che ho usato senza scendere sotto il livello giusto, quindi senza ad andare ad intaccare gli strati che poi lavoreranno, la fibra che rimane è continua ed omogenea e non presenta soluzioni di continuità; dipende poi anche come prepari il fondo perchè se è tutto a dossi anche lo stratificato verrà a dossi e quando vai a carteggiare spiani le cuspidi di questi dossi.... ma alla fine comunque la quantità di fibra che rimane è quella giusta.
L'unico neo che mi viene in mente nel metodo che ho usato è che gli strati di fibra una volta carteggiati, anche se non si vede, rimangono come tanti cerchi concentrici e si può pensare ad una discontinuità nel punto di transizione tra vecchio e nuovo... ma se il fondo è stato preparato con una lievissima inclinazione la transizione tra vecchio e nuovo è molto graduale, cosa ottima in quanto, a prescindere dalla tecnica utilizzata, la zona riparata è molto più rigida di quella originale.
Come detto prima tutte queste considerazioni sono "pippe mentali", che però mi hanno fatto scegliere il metodo che ho usato e con cui già in passato mi sono trovato bene; e comunque da pigro quale sono non ho voglia di stare a tagliare centinaia di quadretti....
C'è da dire che qualunque metodo si usi la zona riparata mai si romperà... o prima o dopo la riparazione...

Sono stato un po' prolisso
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Saluti,
Giorgio.

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