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Vecchio 16 novembre 05, 14:19   #77 (permalink)  Top
FrancoC.
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Originally posted by fai4602@16 novembre 2005, 08:58
Caro Franco, non eravate obbligati a pagare l'associazione al locale Aeroclub come non lo siamo mai stati noi verso il nostro, tranne i detentori di licenza FAI naturalmente.
Ed ora costoro come fanno ? o faranno ?
Dal lato pratico quello che avevate prima l'avete pure ora. Cioè nulla di più.

Il mio gruppo di appartenza è stato uno dei primi del triveneto ad associarsi alla fiam. Credevamo nello scopo per cui era sorta ed abbiamo aderito dando tutto il nostro appoggio.
Ma probabilmente siamo stati pure i primi a sganciarci essendo stati scottati dall' atteggiamento per nulla democratico emerso poco dopo.

Dò ragione a Peppe che creare un A&C ad hoc sia utopistico, ma che bello sarebbe.

Comunque sia parecchio tempo addietro ricordo di avere espresso il mio pensiero sulla possibilità (ormai tardiva assai) di far sorgere un'altra associazione in contrapposizione alla fiam. Se qualcuno ha voglia di adare a spulciare.........
Caro Tullio, ciò che dici non fa una grinza.
La differenza fra il tuo e il mio modo di vedere la FIAM, non è tanto di sostanza, quanto di "approccio" nella valutazione dei problemi e complicanze varie. Secondo il mio pensiero, se mettiamo al primo posto le questioni caratteriali andiamo poco lontano. Valutiamo solo ciò che di positivo possiamo “portare a casa” e, per il resto, mandiamo bellamente a ......... chi ci sta antipatico. Questo fino a quando non sarà possibile cambiare le cose.

Sul primo punto sono d'accordo sulla FAI; per chi frequenta gare ufficiali, nulla è cambiato. Peraltro e questo è il mio punto di vista, chi vuole frequentare tale tipo di competizioni mi pare giusto che abbia una veste ufficiale; rappresenta la Nazione, per cui che sia Aero Club o FIAM che differenza fa? La licenza FAI è solo "un pezzo di carta". Ciò che abbiamo guadagnato e che ho detto chiaramente, è che ora l'aviosuperficie (mi piace definirla così, con un po di "grandeur") è in concessione (Demanio) alla nostra società sportiva che abbiamo costituito "ad hoc" e non più dell'Aero Club. Ora siamo padroni in casa nostra e questo grazie anche alla presenza della FIAM che, tutto sommato, ci da una certa qual veste di ufficialità, perché negarlo. E ci restano, a conti fatti, più risorse finanziarie. Certo, se ci fossero state due, tre, quattro FIAM........ avremmo potuto scegliere la meno ............... Ci siamo "filosoficamente" adeguati (è sufficiente non dargli troppa importanza).

Sul secondo punto siamo pure d'accordo. Quando, anni fa, al momento della fondazione della FIAM decidemmo, in assemblea, di affiliarci, raccogliemmo le quote individuali necessarie. Ebbene? Finì tutto a carte quarantotto, pensa un po, per un disguido amministrativo circa il materiale versamento della cifra, con scambio vivace di argomentazioni fra il nostro dirigente di allora e il "Boss" FIAM! Non se ne fece più nulla e usammo i soldi per migliorie al nostro sito. Forse con un po più di moderazione da entrambe le parti...............

Sul terzo punto idem. Abbiamo analizzato la possibilità quando, alla fine dello scorso anno, decidemmo di andare per la nostra strada. La via dell'Aero Club Specialistico è altamente onerosa, sia dal lato finanziario sia dal lato amministrativo: impercorribile.

Circa il quarto punto, creare un'altra Federazione, è possibile. Ma tieni presente che per farlo occorrerà SEMPRE una persona di "carattere" che sappia guidare l'operazione, non dico col "bastone", ma con una dose abbondante di "direzionalità" (chiamiamola così), altrimenti ..............


PS
Ho dovuto interrompere la stesura dello scritto; nel frattempo è intervenuto il post di Marco che puntualizza con maggior precisione e dettagli la nostra storia recente e che confermo in toto.
Il motivo dell'interruzione? Rimarchevole.
Mia moglie, che aveva già sfornato il pane che da anni ci facciamo in casa e che mi aveva inebriato col suo profumo, di seguito sfornava una "schiaccia" con sopra rosmarino, peperoncino tritato fine e sale marino grosso, quello della salina "Camillone" di Cervia (prodotto ancora a mano, incredibilmente "dolce", chi non l'ha assaggiato non può capire......).
Non ho resistito; dopo aver chiuso con un quadruccio di fondente al 99% di cacao e terminato con un bicchiere di "Cagnina" (i romagnoli sanno cos'è), eccomi qua.
Tullio, non me ne volere se per un po sei uscito dai miei pensieri.
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