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Originally posted by SP57@15 novembre 2005, 15:18
Ed eco la meritata medaglia al valore aeronautico all'eroico LUKA MASALI
(applauso per favore)
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Ah, ricordo come fosse ieri quella tragica giornata di novembre. Sarà stato il '44, o forse il '45. Quel sordo rumore d'impatto nel cielo di piombo, l'immagine fugace di un caccia che si avvita, sembrava quasi di vedere il pilota lottare coi comandi di un'ala che non esisteva più. E subito dopo dalla nebbia emerge un secondo aereo, un bimotore ferito a morte. Ondeggiando si avvicina al suolo, vola verso di mecon un motore staccato di netto.
Utra il terreno e sembra svanire, inghiottito dal grano. Solo un lieve pennacchio di fumo segnala l'area della catastrofe. Fumo che diventa sempre più denso e nero mentre corro verso il relitto.
Sul campo si aggira il pilota, non sembra ferito ma è in evidente stato di chock. -Frau Shulze, frau Shulze!- balbetta, incapace di rendersi conto dell'enormità della tragedia. Non c'è tempo per pensare, mi avvicino al relitto, accecato dall'acre odore del litio incandescente. Non so come, nelle viscere dell'aereo che sotto i miei occhi si liquefa letteralmente al calore dell'incendio vedo due grossi cavi, uno rosso e uno nero. Con il coraggio datomi dall'ignoranza del terribile pericolo li strappo a mani nude e afferro la batteria. è gonfia come un pallone, calda come l'inferno e nel palmo della mia mano pulsa come un cuore appena strappato dal petto. La lancio lontano, nel verde del campo, e poi...
...poi i ricordi si fanno confusi. Semplicemente, ho vissuto.
Ancora oggi non so chi sia Frau Shulze, ma nei miei sogni me la immagino bellissima, una ragazzona tedesca con le treccine e le lentiggini illuminate da un radioso sorriso.
Vorrei raccontarvi di più, ma ora sta arrivando l'infermiera col pappagallo. Gli orari di questo ospizio sono ferrei, non posso trattenermi ancora in vostra compagnia.