Citazione:
Originalmente inviato da tennean1 Ehsti,
sono d'accordo con te se non si considera la capacità di innovare che noi abbiamo e loro no.
Io sono fermamente convinto che il problema non sia il costo della manodopera ma i canali di vendita e i volumi.
Se producessimo usando scaletti di montaggio intelligenti, CNC e automazione varia, a fronte di un investimento un po' piu' elevato potremmo arrivare a ad avere nel modello RTF un contenuto di MO molto inferiore e quindi di costo paragonabile al Cinese.
Ma noi, in Europa siamo pigri e preferiamo dimenticarci di usare il cervello per produrre quelli che in fondo sono solo "giocattoli".
Il mio messaggio, decisamente in off-topic, tendeva a mettere in risalto il differente modo di affrontare il mercato tra noi e loro.
Ci sono case anche nel modellismo che nonostante i Cinesi, sopravvivono grazie all'innovazione continua e al perfezionamento qualitativo.
Non è l'unico esempio: OS continua a produrre in Giappone (a costi ancora piu' alti dei nostri). Dopo che Sanye (cioè Magnum/SC/ASP/ ecc) ha copiato tutti i suoi motori, la OS è uscita con la serie FX/SX e poi ora con gli AX e altri seguiranno.
Il taglio laser non l'hanno inventato i Cinesi ma lo sanno usare e anche molto bene. Potevamo fermare l'inondazione sul nascere quando ancora loro usavano il traforo ma non l'abbiamo fatto.
Il meccanismo creato da queste officine o fabbriche Cinesi si autoalimenta: riducendo i costi e i prezzi, aumentano la domanda e creano quindi spazio per maggiori volumi e quindi alla fine il ritorno % è piu' basso ma soddisfacente in valore assoluto.
I grandi diventano piu' grandi e i piccoli scompaiono. Questa è la filosofia perfino del Governo Cinese.
Possiamo essere competitivi anche noi ma ci dobbiamo mettere la zucca (e un po' di sana imprenditorialità).
Chiuso l'otti'
Saluti
Andrea |
Interessante lezione e, quanto all'ottì, chissenefrega? L?argomento iniziale in fondo era esile e una volta risolto il problema è stato giustamente archiviato. Quello che scrivi, almeno per me, è molto interessante. Finora non sono mai stato in Cina, ma conto di andarci presto anche per fare felice Giobass e tutti quelli che, come lui, non riescono ad andare al di là del proprio naso e dei propri pregiudizi. Le tue considerazioni aiutano a fare giustizia di una serie di luoghi comuni da lettori abituali di "Libero" che m'infastidiscono sempre molto. Questo insistere a parlare dei Cinesi come di selvaggi che si accontentano di una tazza di riso mi sa tanto di semplificazione eccessiva e di scusa buona per noi. Sarà pur vero per quelli che vengono qui a fare gli schiavi nei laboratori clandestini di Prato, ma ho l'impressione che in Cina le cose vadano diversamente come tu stesso testimoni. E poi finiamola una buona volta con queste "pugnette" sulle condizioni di lavoro e sulle mancanze di tutela, sicurezza, blablabla. Da noi va forse diversamente? Vogliamo ricordare la Thyssen Krupp e le decine di morti sul lavoro che ci sono ogni giorno in Italia? Proprio oggi, in un cantiere edile a 200 m da qui in linea d'aria, è morto un addetto alla betoniera. E allora? Se prendessimo atto del fatto che la civiltà occidentale è giunta al tramonto e che non saranno i luoghi comuni a ritardare l'inesorabile calata del sole, avremmo già fatto un bel passo avanti.