Discussione: Commercianti Italiani
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Vecchio 10 marzo 09, 02:18   #31 (permalink)  Top
maverick 68
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Quoto scirocco al 100%, mi trovo daccordo anche con altri che non stò a citare per non creare un post di due metri, concordo con quello che ci accomuna tutti in questo momento: la preoccupazione per quello che verrà.

Vorrei evidenziare anche che nella innegabile necessità di fare parte del progetto Euro, i nostri governanti, spesso con fare da imbonitori (a prescindere dall'appartenenza politica), ci hanno fatto credere che i nuovi mercati erano una opportunità ma hanno tralasciato "per chi".
Gli anni '80 sono stati quelli del miracolo economico, quelli dove oltre a poterci permettere il necessario ci siamo potuti permettere il superfluo. Lavoravamo e guadagnavamo, acquistavamo prodotti che spesso venivano prodotti in Italia dal lavoro degli Italiani. Quegli Italiani eravamo noi e grazie a quel lavoro potevamo contare sulla certezza di un'altro stipendio che nuovamente reinvestivamo. Il cerchio era chiuso e tutto funzionava a tutti i livelli.
Siamo passati a dei mercati più ampi, ma soprattutto come vendite e le aziende Italiane si sono affermate nel mondo con successo (fin quì tutto bene, più lavoro per gli Italiani=più benessere).
Sul finire degli anni '90, alla chetichella, è successo il casino.
Le industrie italiane hanno scoperto la possibilità di produrre all'estero a 1/10 dei costi (immaginiamo il plus di guadagno) vendendo allo stesso prezzo e si sono fiondate ad investire in Romania, Asia e via dicendo.
Facciamo un primo punto: se investono in una nuova unità produttiva all'estero è chiaro che non hanno investito capitali in Italia (danno n°1).

A questo punto ci troviamo che la totalità delle grandi realtà industriali Italiane producono prevalentemente all'estero (conta poco dove) e le medie o piccole usano anche loro spesso parti non made in Italy in quanto ormai anche gli indotti dei vari settori (chi produceva parti di un prodotto conto terzi) sono pressochè distrutti.
Ne sà qualcosa chi di voi vive dalle parti di Agordo, Belluno o Padova e pensa ad aziende come Luxottica, Safilo o Marcolin, leader mondiali nella produzione di occhiali.
A questo punto il quadro è finito, il famoso cerchio di prima (lavoro/guadagno/spendo/produco lavoro/riguadagno.....) si è rotto perchè nel momento in cui spendo creo lavoro a un cavolo di chissachi (che non siamo noi) che avrà uno stipendio da reinvestire acquistando e creando lavoro e benessere per il suo paese, guadagno per le grandi industrie Italiane (non siamo noi) e stiamo assistendo quindi ad un miracolo: quello cinese.
Dove erano i famosi (o famigerati) governanti (bianchirossiverdiblu......) quando era ora di disincentivare gli investimenti all'estero magari defiscalizzando deqquà e tassando dellà? Magari proibendo di classificare made in Italy prodotti realizzati quasi interamente all'estero.
Se guardiamo bene bene forse, per caso, potremmo vederli mentre tassavano deqquà e incentivavano dellà?
Il risultato oggi è sotto gli occhi di tutti (purtroppo) e l'unica soluzione a breve e medio termine è cercare di spendere quei due euro che abbiamo in tasca se possibile in prodotti che generino lavoro quà e non altrove.
Il mercato si adegua a tutto e siamo noi, con le nostre scelte a condizionarlo.
Cominciamo a sentirci Italiani anche quando andiamo al supermercato e decidiamo non solo a chi dare i nostri soldi, ma anche a chi stiamo dando lavoro.
Mi scuso con tutti per la lunghezza del mio messaggio, ma mi accaloro un pò anche perchè sono commerciante (sono ottico da vent'anni) e vedo e subisco certe realtà ma sono consapevole che si può e si deve cambiare mentalità perchè possa cambiare di nuovo il mercato, "il nostro mercato".

Stefano.
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Ultima modifica di maverick 68 : 10 marzo 09 alle ore 02:26
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