Ciao, cercherò di essere breve perchè l'argomento mi pare un pochino OT.
L'ho citato in risposta ad un prcedente post sull'episodio.
1) La "presunta" prudenza di Nutarelli - precedente l'incidente - era per l'appunto presunta. Non ho citato nè citerò ora altre frasi ed altri argomenti di cui avevamo discusso e che mi avevano dato a pensare.
L'episodio del volo folle a Rivolto e la successiva sfuriata alla radio non erano dovute tanto alla sicurezza in sè, ma - probabilmente - per una questione interna e privata tra loro, e - sopratutto - per il terribile spavento fatto prendere al povero cucciolo (di Nutarelli).
Il mio riferimento tendeva a far capire questo: l'essere preicisi, prudenti e coscienti a parole, assai bravi nel puntare il dito sulle bravate altrui, non significa necessariamente essere davvero migliori di coloro che si va a criticare.
Ciò che ha combinato Nutarelli a Ramstein lo dimostra ampiamente.
2) Non credo. Come ho già detto, Molinaro - lo avevo conosciuto solo di striscio - non mi stava per nulla simpatico, aveva un atteggiamento assai "consapevole di se stesso" però non l'ho mai visto commettere imprudenze gravi.
Tieni presente che si tratta di persone molto giovani, assai caricate e che "giocano" con giocattoli costosi e potenti. Per l'appunto, giocano. E lavorano, non c'è dubbio, ma spesso e volentieri ci giocano eccome.
Purtroppo quando le cose vanno male (vedi Cermis) questa realtà diventa indifendibile e non si può più ammettere. Ma è la realtà.
Sai quante volte ho visto gli F104 - prima - e i Tornado - poi - rincorrersi e farsi gli agguati nelle valli del tagliamento tra Osoppo e Tolmezzo ? Vuoi che ti dica a che quota ?
Eppure nel 1983, alla vigilia della Mach83 che avevo contribuito ad organizzare, nel vedere il team Alpi Eagles con i Siai 260 ad elica fare l'incrocio falciando il prato con l'elica non ho mai avuto alcun timore nè la sensazione che la cosa potesse sfuggirgli di mano.
Poi, pochi mesi dopo, ho visto due cari amici morirmi davanti agli occhi cadendo da tremila metri con l'aereo in vite che perdeva pezzi dopo uno scontro in volo. Gianni, il pilota, era stato ospite sul Siai di Boscolo nella tappa di Venezia del Giro aereo d'Italia, quel sabato mattina prima della Mach.
Ha fatto una separazione ravvicinata, ha sbagliato ed è venuto giù.
Certe cose non s'improvvisano.
3) sulla dinamica e sull'inchiesta non ti so dire più di tanto, è passato tanto tempo ed onestamente non ricordo bene gli esiti dell'inchiesta.
Mi pare abbiano in qualche modo ridimensionato la cosa, ma ricordo bene le riprese TV che facevano vedere con chiarezza l'ingresso in anticipo e - solo all'ultimo - un tardivo tentativo di richiamo dell'aereo di Nutarelli che con il carrello fuori colpiva il tettuccio.
La mia opinione è che il fattore rischio è sempre presente in una moltitudine di attività e che cercare di eliminarlo è velleitario.
Allo stesso tempo, è doveroso cercare di limitare gli effetti collaterali dei rischi per coloro che l'attività non la stanno praticando ma si limitano più o meno consapevolmente ad osservarla.
Io non amo troppo le regole, però ricordo un periodo terribile (nel 1991) quando il paracadutismo sportivo, in Italia, è rimasto privo di regole per oltre un anno. La faccenda è partita da una vera e propria rivolta dei paracadutisti sportivi nei confronti dell'Aero Club d'Italia che ci ricattava con i brevetti e le tessere FAI ma non ci dava nulla, era un carrozzone costoso, inutile ed oppressivo.
Le nostre proteste hanno portato Civilavia ad avocare a se la questione, l'ente ha revocato all'Aero Club la giurisdizione sul paracadutismo avocandola a se, però s'è preso 2 anni di tempo per analizzare la materia e definire un nuovo regolamento.
Non farò qui la contabilità dei morti che abbiamo avuto in quel periodo, ti dirò solo che il lunedì si era arrivati a non voler più leggere i giornali temendo di sapere in anticipo cosa vi avremmo trovato.
Eppure, te lo posso assicurare, il Paracadutismo (come tutte le discipline aeronautiche) è uno sport meraviglioso e sicuro, proprio perchè esistono i controlli e le regole. In quella parentesi di deregulation totale, il paracadutismo italiano ha pagato un prezzo altissimo all'anarchia.
Ben venga quindi il coordinamento delle attività del modellismo dinamico sotto le insegne e nelle regole dell'Aero Club, a patto che l'Aero Club non ceda alla tentazione del centralismo burocratico com'era quello che abbiamo contestato noi.
Paolo
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