Discussione: Sistemi di recupero
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Vecchio 27 settembre 05, 21:11   #80 (permalink)  Top
mimm89
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Originally posted by emme-emme@27 settembre 2005, 18:49
Il sistema di ciaobelli non è del tutto malvagio....occorre fare alcune modifiche ed alcune prove per la messa a punto............essenzialmente, si tratta di una specie di dispositivo di trattenuta che blocca l'ogiva contro il corpo del razzo durante la salita, mentre durante la fase di discesa l'ogiva viene sbloccata e libera di cadere.

Questo credo che sia il principio di funzionamento descritto da ciaobelli....

Piccola nota polemica:
....è vero che razziadacqua MOOOLTO spesso bacchetta quelli più giovani perchè dicono delle castronerie e giustamente li corregge (anche se a volte il tono risulta arrogante e saccente), ma è anche vero che spesso con delle semplici intuizioni si possono realizzare semplici dispositivi per il rilascio del paracadute. Senza ricorrere a turbolenze e metodi probabilistici, penso che le uniche ragioni per cui l'ogiva si deve staccare dal corpo del razzo siano essenzialmente due:

1--gravità
2--attrito dell'aria contro le superfici del razzo

---nella fase di salità il peso delle due piccole masse applicate al filo permette tendere li filo stesso contro il gancetto e conseguentemente tenere saldamente l'ogiva contro il corpo del razzo

---il razzo raggiunge l'apogeo (ammettiamo di trascurare le inerzie dovute al moto del razzo, nella fase in cui termina la spinta dell'acqua, che causerebbero un preventivo distacco del filo).....avviene il ribaltamento dello stesso (si suppone infatti che il razzo sia correttamente bilancato) e tac!!! ancora la gravità applicata alle due piccole masse permette alle stesse di allentare la tensione del filo e di conseguenza sbloccare l'ogiva.......è vero che le due piccole masse alterano la posizione del Cg, ma è anche vero che se le masse sono piccole tale variazione è tascurabile.

---che cosa accade ora? a questo punto subentra l'attrito dell'aria.....infatti la maggiore superficie del corpo e delle pinne rispetto a quella dell'ogiva, causa una forza resistente maggiore....è come se il corpo subisse una caduta più lenta in quanto risulta maggiormente frenato dall'aria..............ne consegue il distacco dell'ogiva.

Ora, nella realtà le cose sono leggermente diverse e necessitano di alcune considerazioni e modifiche:

1) se anzichè appoggiare l'ogiva al serbatoio, si prevede che l'ogiva ed il serbatoio si comportino come un manicotto (cioè il serbatoio, modificato con delle eventuali aggiunte, compenetra l'ogiva), non risulta più necessario trattenere la punta contro il corpo e quindi il filo di trattenuta risulterà superfluo.

2)affinchè il meccanismo funzioni occorre che le velocità di caduta dell'ogiva e del corpo siano differenti....come fare: si può appesantire l'ogiva o concentrarne in essa la zavorra(si, è vero che i moti dei gravi non sono influenzati dalla massa, ma noi non lanciamo nel vuoto), si può rendere l'ogiva più aerodinamica possibile.

Prima di essere attaccato da destra e sinistra sul fatto che non capisco un caxxo di moto dei gravi vorrei farvi ragionare su un fatto.......la forza esercitata dall'aria vale Fa = Cw*ro*A*V^2/2

dove Cw=coeff. di attrito del corpo, ro=densità dell'aria, A=area frontale del corpo, V=velocità del corpo

Suponiamo che per una data velocità sia costante.......allora tale forza,affinchè si verifichi il distacco dell'ogiva, deve essere vinta da quella di caduta Fc=(mogiva+mcorpo)*g

Dove mogiva=massa del'ogiva, mcorpo=massa del corpo, g=9.81m/sec^2 (accelerazione di gravità)

A meno di ulteriori complicazioni, l'ogiva si staccherà dal corpo del razzo se:
si aumenta la massa della stessa e se ne aumenta l'aerodinamicità (Cw e A) percui il contributo netto (forza caduta - forza aria) parziale (solo del'ogiva) delle forze ad essa applicata risulta superiore di quello applicato al corpo.....cioè l'ogiva cade più velocemente, se non è saldamente vincolata al razzo.

Tutto questo per dire cosa:

Il principio di funzionamento di ciaobelli è ottimo, tant'è che è molto utilizzato su internet. Inoltre senza stare troppo dietro i calcoli, potete effettuare dei test pratici per calibrare questo metodo sui vostri razzi.

I primi razzi ad acqua che lanciavo sfruttavano proprio questo concetto solo che il distacco poteva avvenire anche in un altro modo:
l'inerzia al moto dovuta alla cessazione della spinta dell'acqua, faceva avvenire un preventivo ma non completo distacco dell'ogiva....senza entrare troppo nei particolari potete realizzare e sperimentare situazioni simili agendo sulle principali variabili delle due equazioni soprascritte --> masse e aerodinamicità
Può essere molto più divertente ed istruttivo realizzare le variazioni sul campo piuttosto che intrapprendere un rigoroso studio della dinamica di un razzo ad acqua.

Ciao
quindi tu usavi questo sistema ?
puoi disegnare uno schema + chiaro in un file immagine in modo da chiarire tutto e la configurazione che dici tra ogiva-razzo?
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